Avezzano. Un Festival diffuso dell’agroalimentare per far compiere un vero salto di qualità alla capacità attrattiva della marsica e sviluppare un autentico sentimento di appartenenza.
È uno dei pilastri di un’ampia strategia di rilancio del turismo e, più in generale, del territorio fucense – marsicano emerso ieri, a palazzo di città, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale e fortemente voluto dalle associazioni di categoria.
Il Prof. Ernesto Di Renzo, antropologo, dell’università di Roma Tor Vergata, ha spiegato il progetto e la filosofia di fondo di una nuova visione che scommette sulle potenzialità, spesso, inespresse, della marsica lavorando su due divari da colmare. Manca un evento vetrina ed è mancato, fino ad ora, un progetto comune e condiviso.
Da qui, l’ampio ragionamento sui trend più attuali, sugli stili di consumo, su ciò che la gente vuole e cerca online.
Poi la proposta: un mega evento – vetrina capace di fungere da fattore promo-attrattivo verso un turismo di tipo enogastronomico- rurale che riprenda e rilanci la tradizione agroalimentare interconnessa con storia, vocazioni produttive, caratteristiche della zona intercettando anche quel green new deal attento alla salute del pianeta e collegato alle nuove tendenze e aspirazioni di consumo.
Ernesto di Renzo, avezzanese di nascita e residente a Roma, insegna proprio progettazione e gestione dei sistemi turistici, ed era stato una sola volta nell’aula consiliare per presentare il suo libro “Lo struscio e le sue rappresentazioni”. Il docente ha puntato inizialmente l’attenzione sull’obiettivo visibilità collegato ad un nuovo e possibile protagonismo del territorio.
“La marsica – ha detto di Renzo – è un “super luogo” che viene vissuto ma non genera appartenenza. Il senso di appartenenza, tuttavia, si può costruire attraverso operazioni di ingegneria culturale e sociale, superando i localismi e puntando sulle località aggregate, come hanno fatto Salento e Cilento.
La marsica ha l’agroalimentare che, letto secondo le prospettive umanistiche, può essere la cifra e la marca costitutiva del territorio.
Per una particolare congiunzione storica, l’agroalimentare è il fattore cruciale per l’incoming turistico.
Sempre più viaggiatori vogliono fare un’esperienza di tipo enogastronomico memorabile cioè da consegnare alla memoria
Una delle parole più cercate su google è “tipico” ma questa operazione non è legata solo allo sviluppo turistico ma a creare un senso del noi”.
Lavorando con cura ed attenzione – ha concluso il prof. Di Renzo – può maturare anche il piacere e l’orgoglio di far parte di un territorio.
Abbiamo casi di successo recenti come l’evento “Collisioni” legato al barolo e alle langhe, o “Rieti cuore piccante” partito in sordina e con un po’ di scetticismo, e diventato una Fiera Mondiale del Peperoncino”.
Salento, Langhe, Cilento: esempi a cui si può guardare per qualcosa di complesso, ambizioso, ma certamente non impossibile e a cui, adesso, guardano con interesse e spirito collaborativo i partecipanti all’incontro in comune.
Tra questi, il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio – che ha accolto e rilanciato la proposta delle associazioni incaricando Di Renzo del progetto- i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Ance, CNA, Confindustria, Confagricoltura, Igp Patata del Fucino e dei comuni di Aielli, Cerchio, Collarmele, Collelongo, Gioia dei Marsi, Lecce dei Marsi, Ortucchio, Pescina, San benedetto, Trasacco, Villavallelonga.