Luco dei Marsi. Agricoltori marsicani a Parma per dire sì a un’Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini e dei suoi popoli e che lavori per la pace: è questa la richiesta dei 500 agricoltori abruzzesi che insieme ai 20mila “colleghi” agricoltori provenienti da tutta Italia, si sono radunati a Parma sotto le bandiere gialle della Coldiretti e blu dell’Unione Europea, guidati dal presidente nazionale dell’organizzazione Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. Tra i presenti anche la delegazione del Comune di Luco dei Marsi, quella di Gioia dei Marsi e alcuni amministratori di diversi Comuni della Marsica.
A capo della delegazione abruzzese, il presidente regionale di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli, il direttore Marino Pilati e i presidenti provinciali Emanuela Ripani (Teramo), Alfonso Raffaele (L’Aquila) e Giuseppe Scorrano (Pescara) insieme ai direttori provinciali Domenico Bosco (Chieti), Domenico Roselli (L’Aquila) e Daniele Di Venanzio (Teramo) e a decine di giovani imprenditori accompagnati dalla delegata regionale di Coldiretti Giovani impresa Carla di Michele e da 40 sindaci e amministratori abruzzesi intervenuti con i gonfaloni comunali.
“A Parma, la grande manifestazione che ha visto la mobilitazione di migliaia di agricoltori, amministratori, rappresentanti sindacali, provenienti da tutta Italia, a difesa del cibo naturale e della sicurezza alimentare”. Ha dichiarato la sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa. “La nostra Amministrazione comunale era presente, con il Consigliere comunale Giuseppe Civitani, valente giovane amministratore e anche imprenditore agricolo che questa terra la conosce, la vive, la sa. Con lui, accogliendo l’invito di Coldiretti, abbiamo portato dinanzi all’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, EFSA, la voce di un territorio che ha la sua colonna portante e il suo tesoro nelle produzioni di qualità, autentiche, per dire la nostra sui cibi sintetici e sulle logiche delle multinazionali che allungano ombre cupe sul futuro delle aziende agricole, dei consumatori, in particolare quello delle nuove generazioni, e sulla necessità dell’educazione a un’alimentazione consapevole, incardinata su produzioni radicate nella lunga e viva tradizione agricola italiana, nelle buone pratiche, nell’identità dei territori. C’è bisogno di modelli di produzione e consumo maggiormente sostenibili, di scelte responsabili, certamente, e si parte prima di tutto dal rispetto e dalle tutele per un settore strategico e per la salute e il benessere dei cittadini”.