L’Aquila. Si legge sul sito meteomont.carabinieri.it: in ogni attività umana, per quanto banale possa essere, è insito un certo grado di rischio e pertanto il rischio nullo non esiste.
Coloro che amano la montagna sono generalmente consapevoli dei rischi connessi alla pratica delle attività escursionistiche ma tale consapevolezza non significa certamente affrontare rischi inutili od evitabili, sopratutto quando ciò potrebbe comportare gravi conseguenze per sé o per gli altri.
La prevenzione dei rischi è un’attività istituzionale del Servizio Meteomont ed in tale contesto si inseriscono i seguenti consigli rivolti a tutti gli appassionati di montagna ed in particolare ai praticanti:
- conosci te stesso: l’attività escursionistica che si intende intraprendere deve essere sempre commisurata, con un certo margine, alle proprie capacità tecniche e psicofisiche nonché all’esperienza posseduta;
- informati: prima di intraprendere qualunque attività informati sulle condizioni meteorologiche e nivologiche, in atto e previste: strumento fondamentale dell’informazione è il bollettino meteonivologico;
- preparati: un adeguato equipaggiamento consente di ridurre notevolmente i pericoli insiti nella pratica escursionistica. Per il fuori pista si raccomanda ARTVA, PALA e SONDA sempre al seguito;
- valuta: i seguenti fattori ambientali possono incrementare il grado di pericolo valanghe:
il vento e le temperature;
le precipitazioni nevose;
la pendenza del terreno (tra i 27° e i 45°);
l’esposizione dei versanti;
- rinuncia: chi ama e rispetta la montagna ha il coraggio di rinunciare allorché il proseguimento dell’escursione imponga rischi per sé o per i propri compagni.
Comportamenti da tenere
- Indossare l’ARTVA, controllandone il funzionamento, prima di iniziare l’attività;
- Muoversi il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, i tratti pianeggianti o gli alberi;
- Evitare le zone sottovento e dominate da cornici;
- I pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, ed i canaloni sono da considerare zone sospette;
- Nel caso di condizioni di accentuata instabilità del manto nevoso, non avventurarsi su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi;
- Gli attraversamenti di pendii aperti vanno il più possibile evitati, risalendoli o scendendoli lungo la linea di massima pendenza;
- Quando un attraversamento è necessario, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile. Pur trovandosi ancora nella zona di trazione esiste l’eventualità di una minore esposizione agli effetti della valanga e quindi una maggiore probabilità di rimanere in superficie;
- La salita e la discesa di un canalone devono avvenire sempre verticalmente e lungo i margini. In caso di valanga, infatti, la neve tende ad accumularsi nella zona centrale e può riuscire più facile trovare una via di fuga laterale;
- Evitare assolutamente l’attraversamento di zone sospette che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie;
- Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza perché nel frattempo la situazione valanghiva può essere mutata;
- Anche le tracce di animali non danno garanzia di sicurezza.