Avezzano. Si è tenuta martedì la conferenza delle frazioni e delle periferie di Avezzano. All’incontro erano presenti circa 120 persone, tra le quali i rappresentanti delle periferie e frazioni di via San Francesco, via Napoli, via Nuova, Pucetta, via dei Frati, Borgo Pineta, Caruscino, San Rocco e delle frazioni di San Pelino, Cese, Pietragrossa, Antrosano, Borgo Incile e Castelnuovo.
Dopo una lunga discussione, sono stati eletti i rappresentanti delle frazioni di Cese, San Pelino, Borgo Incile, ed i rappresentanti delle periferie di via San Francesco, Caruscino, Via dei Frati. Alla unanimità dei presenti è stato eletto Francesco Basile, in qualità di coordinatore del movimento.
“La contrapposizione centro -periferia – frazioni”, sottolinea Basile, “caratterizza da sempre la lettura della città moderna, associando, quasi sempre, alle periferie un‘accezione negativa: aree deboli, con problemi di carattere economico, sociale, di struttura urbana ed edilizia, di mobilità, di qualità della vita. Di contro, il centro si presenta come parte vitale della città, sede degli affari e dei servizi, luogo culturale, espressione dei valori storici e dell’identità della comunità. Negli ultimi anni, il problema delle periferie urbane è tornato ad imporsi nel dibattito politico e disciplinare, nel tentativo di rispondere al disagio che caratterizza tali aree”.
“Agli scenari più pessimistici che derivano dalla consapevolezza del degrado urbano e delle questioni sociali connesse all’espansione delle periferie”, precisa il coordinatore del movimento, “si contrappongono oggi analisi che vedono nelle periferie il laboratorio della città del futuro. La chiave per il rilancio delle aree periferiche risiede proprio nel superamento della contrapposizione centro – periferia: riuscendo a portare la città nei quartieri di edilizia popolare, le periferie possono diventare il fulcro della città di domani. Tale cambiamento di rotta, dipende da alcuni fenomeni sociali di lungo periodo. Le grandi città occidentali sono entrate nella cosiddetta fase della de-urbanizzazione. La città industriale appartiene al passato”, conclude, “le sue attività tradizionali hanno lasciato spazio ai servizi o si sono spostate in zone più esterne e accessibili, la popolazione si riduce, il livello economico è cresciuto e con esso l’esigenza di una qualità migliore della vita”.