Avezzano. “L’editoria era in crisi già prima della pandemia, figuriamoci adesso che verrà da mesi di chiusura e vendite rallentate, con l’e-commerce che già rischiava di tagliarci fuori e che, probabilmente, adesso ci segherà le gambe. Il distanziamento sociale proseguirà ancora per molto tempo, e le misure si restringeranno solo piano piano. Tiriamo avanti, non molliamo, cerchiamo di adattarci, ma è ovviamente difficile, molto difficile”.
Michela Bartolucci è titolare della libreria Ubik di Avezzano, in pieno centro, dove prima dell’esplosione di questa crisi sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus, anche grazie alla rinnovata piazza e alla sua parziale pedonalizzazione, il flusso di persone era maggiore e costante, specialmente nei fine settimana. Adesso, però, la piazza è desolatamente vuota, le saracinesche sono abbassate e in alcune ore del giorno il silenzio è spettrale.
Brillano, sotto il timido sole primaverile di inizio aprile, i getti d’acqua della nuova fontana e la fierezza della Cattedrale spicca su un paesaggio deserto. La sensazione di vivere giorni surreali, inimmaginabili fino a due mesi fa, piano piano sta lasciando il passo all’accettazione di ciò che è, ossia un momento storico, di quelli che finiranno sui libri di storia. Ma la paura di non farcela, a superare l’inevitabile crisi economica, c’è. E non risparmia nessuno.
“A dispetto di ciò che dice la gente, il Governo ci sta aiutando. Non pretendo di certo che ci dia l’incasso di marzo e aprile. Sotto Pasqua normalmente avremmo lavorato molto, adesso invece siamo chiusi e ci limitiamo alle consegne a domicilio che riusciamo a portare avanti. Accetto volentieri il piccolo aiuto e riparto da lì. Come potrebbe aiutarci la politica locale? Sarebbe opportuno bloccare ogni tipologia di tassa, che va dalla Tari al Cam, ma più di questo è complesso. Non è un problema solo nostro ma è globale, non posso aspettarmi più di tanto”.
“Già da prima della chiusura totale mi ero attrezzata con le vendite a domicilio. E’ qualche giorno che ho ripreso, mi piace e mi stimola. Come gruppo editoriale abbiamo aderito all’iniziativa “Libri da asporto” ed è una comunque una buona opportunità per chi si trova a casa, quella di ordinare attraverso un semplice messaggio. C’è l’app “lettore” che è specifica delle librerie Ubik. Si scarica gratuitamente e si clicca su “prenota e ritira”. Poi ci si attrezza per portare tutto a casa”.
“Al momento vado la mattina, sistemo i pacchi e cerco di lavorare per quanto mi è possibile. E’ un’iniziativa cui ho aderito perché non riuscivo a tenere a bada gli ordini dei miei clienti che, in questi giorni, sono stati tantissimi. Questa emergenza sanitaria durerà ancora per molto e quindi faccio di necessità virtù. Si riprenderà a uscire ma difficilmente si tornerà alla vita di prima. Spero solamente che la curva epidemiologica continui a scendere e che si riprenda fiducia. Le librerie già prima erano penalizzate. Ad esempio a Milano, prima di questa emergenza sanitaria, c’era stato un calo di vendite pari al 50%. Non verranno stampati migliaia dei libri che erano originariamente previsti”.
In questi giorni le vendite online hanno rappresentato una valida alternativa alle costrizioni che ci hanno investito, prima su tutte la quarantena. Internet ci è venuto incontro, ha dato l’opportunità di ordinare comodamente da casa e farci arrivare il pacco direttamente di fronte al portone, senza correre alcun rischio e consentendoci di gioire per uno sfizio che, se pur per pochi minuti, ci ha riportato alla normalità. Ma quando tutto sarà finito, e finirà, prima o poi finirà, riscopriamo il piacere di recarci alla nostra libreria di fiducia, di perderci tra gli scaffali in cerca del titolo più affascinate, di toccarlo con mano, sfogliarlo, assaporare l’odore della carta stampata e, infine, dirigerci in cassa per acquistarlo. Sarà tutto più bello, più caldo, più umano.