Avezzano. Il prosciugamento del Fucino fu la più grande opera idraulica dell’antichità e una delle più grandi del nostro tempo. In duemila anni tanti furono i personaggi che tentarono l’impresa, ma l’unico che riuscì a portarla a compimento fu il principe Alessandro Torlonia, che per l’occasione venne insignito del titolo di Principe del Fucino.
In ogni esposizione universale in cui veniva presentata, compresa quella di Parigi del 1900 che vide l’inaugurazione della Torre Eiffel, l’opera di Torlonia venne ritenuta degna delle più alte onorificenze, ricevendo medaglie d’onore e svariati diplomi soprattutto nell’esposizione mondiale di Vienna del 1873 (ne parlammo già qui).
A prosciugamento ultimato Torlonia volle racchiudere tutti i segreti dell’opera idraulica in un volume, dal peso di 12,5 kg e stampato su carta 50 per 60 cm da una storica tipografia romana. L’opera, stampata in pochissimi esemplari e tradotta in altre due lingue (italiano, francese e inglese) su ogni singola pagina riporta in filigrana lavorata a mano, lo stemma gentilizio del Torlonia sormontato dalla corona e circondato da un lungo nastro. (ne parlammo già qui)
Ma anche l’Italia, guidata dal re Vittorio Emanuele II, volle tributare ad Alessandro Torlonia i suoi onori, coniando una preziosa e rara medaglia in bronzo a prosciugamento ultimato. Questa rara medaglia, coniata nel 1875 e che misura circa 73/74 mm di diametro, presenta il contorno a cornice ed è stata incisa dall’artista francese L. Arnaud. Oggi, grazie all’archivio Sforza di Celano che l’ha acquistata, ve la mostriamo nel dettaglio.
Sul dritto presenta il volto del re con la scritta VICTORIUS EMMANUEL II ITALIAE REX, mentre sul rovescio una frase che celebra l’opera del principe Torlonia. L’iscrizione, incisa tra rami di quercia legati in basso da un nastro, recita così: ALEXANDRO TORLONIAE = ROMANO V.P. = QUOD FUCINI LACUS = EMISSIS AQUIS DERIVATISQUE = ITALIAE AGRUM AUXERIT = OPUS IMPERATORIBUS AC REGIBUS = FRUSTRA TENTATUM = AERE SUO EXPEVERIT = AB ANNO MDCCCLV = AD ANNUM MDCCCLXXV