Il Teatro dei Colori, propone due importanti appuntamenti per la “Giornata della Memoria 2019” in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e Ufficio Teatro del comune di Avezzano e con quello del comune di Pescina. Il 24 gennaio alle ore 11,00, presso il teatro dei Marsi di Avezzano, il “Teatro Eidos” presenterà: “La musicista di Auschwitz”. Mentre il 25 gennaio, ore 10,30 al teatro San Francesco di Pescina, il “Teatro dei Colori” presenterà “Il sogno di Dresda”.
“La musicista di Auschwitz” è liberamente ispirato a “La ragazza con la fisarmonica” di Esther Béjarano, drammaturgia e regia Virginio De Matteo con Raffaella Mirra, Mimmo Soricelli, fisarmonica Eduarda Iscaro, chitarra Vincenzo Matteo scenografia Claudio Mirra, costumi Nico Celli, luci e fonica Ada De Matteo. Esther è una giovane ebrea tedesca che sopravvive ad Auschwitz grazie ai sui studi in musica. Arrivata nel lager le chiedono: “Cosa sai fare?”, e lei: “Suono il piano”. Le danno una fisarmonica e la inseriscono nell’orchestra del campo di Auschwitz, dove sopravvive fino all’arrivo dei russi. Lo spettacolo narra le vicende della sua vita, dall’adolescenza alla deportazione fino alla liberazione; per passare all’approdo in Palestina e al suo ritorno in Germania, dove riprenderà la sua carriera di musicista. Esther è un’artista, una donna del novecento, libera nel suo protagonismo femminile, praticato più che rivendicato. Lei, che ha perso o abbandonato più patrie, ha sempre trovato la forza di ricominciare una nuova vita fondata sulla musica, sull’antifascismo e sull’amore verso la famiglia e gli amici disposti a condividere con lei le battaglie politiche; ha sempre trovato la forza per lottare contro l’intolleranza, la discriminazione e l’esclusione. Il racconto della sua vita, recitato dagli attori, è intervallato da musiche e canzoni del ventesimo secolo, eseguite dal vivo. Una fisarmonica e una chitarra conducono lo spettatore in un mondo dalle sonorità ancestrali, dove trovano la loro genesi la musica popolare e la musica colta del novecento. Un modo coinvolgente per raccontare e per non dimenticare una delle tragedie più immani del secolo scorso.
“Il Sogno di Dresda” sirifà invece a Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut. Regia, drammaturgia e spazio scenico sono di Valentina Ciaccia , interprete Andrea Tufo, tecnica Boris Granieri e organizzazione Gabriella Montuori. Billy Pilgim viaggia nel tempo e nello spazio, nella sua mente ogni istante della vita è mescolato, e fluisce senza soluzione di continuità, in un vortice di memoria. Il caos di Billy è la domanda senza risposta del ‘900. La superficie della Luna, un campo di battaglia bombardato, un ghetto in fiamme, un viaggio interstellare nel dolore e nella follia, la mente si libera nel gioco. Nella libertà creativa del bambino e dell’artista. Liberamente ispirato a Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut, uno spettacolo tragicomico, dove non ci sono vincitori o liberatori, dove la storia non è scritta dai vincitori, e dove tutti sono sconfitti. Il giudizio non serve emetterlo, di fronte all’unica cosa davvero importante, la sacralità della vita. In scena un giovane attore, giovane come i ragazzi che nella Seconda Guerra Mondiale si immolarono in una insensata “crociata dei bambini”. Parte integrante della drammaturgia, dati storici e documenti sugli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Uno spettacolo nato dalla collaborazione tra giovani artisti, per raccontare ai ragazzi delle scuole,in modo innovativo e coinvolgente, la memoria più vecchia e pesante che tutti noi siamo costretti a portarci dentro. Una produzione Teatro dei Colori, in collaborazione con Pietraluna e Sthocastic Resonance Collettivo Artistico per le Arti Digitali