Ovindoli. La notizia della sua morte è arrivata con la violenza di un fulmine: ha squarciato il petto di chiunque abbia avuto il privilegio di parlargli, di viverlo, di ascoltare i suoi racconti. Dei viaggi, di quella vita che aveva scelto, che lo aveva portato in ogni angolo di mondo. Da quello più selvaggio a quello più ricco di esseri umani. A respirare libertà, per nutrire un’anima assetata di vita, che non ha smesso di ardere fino all’ultimo soffio.
È morto Silvio Di Giulio, travel desiner, coordinatore di tante attività nell’ambito dei progetti europei in oltre 20 paesi. Di Giulio era un caleidoscopio di emozioni: perché era un musicista, un trainer, un project manager. Un fotografo, un motociclista… Un viaggiatore.
Aveva conseguito la laurea magistrale in Musicologia e Beni Musicali all’Università di Roma Tor Vergata, nella facoltà di Lettere e Filosofia.
Una delle sue prime passioni, quella del giornalismo. In un territorio in cui però, fare questo mestiere è spesso, troppo spesso, frustrante, umiliante, mortificante. Soprattutto per i giovani talentuosi che però poi il proprio talento alla fine lo hanno fatto splendere e brillare da soli, in un mondo che intorno a loro appare ancora più grigio, ancora più mediocre.
La professione imporrebbe a un cronista di scrivere della morte di un giovane di soli 39 anni come di una cosa che accade. Ne accadono talmente tante. Alzando quel muro di gomma che poi alla fine ci salva e ci protegge dal dolore.
Dovrebbe anche essere più facile scrivere di un 39enne morto dopo la sofferenza, quando non ci sono strade da incolpare, morti violente da demonizzare. Perché alla fine Silvio se l’è portato via una malattia che non gli ha lasciato alcuno scampo. Dopo quella scoperta alla fine di agosto di quelle macchie scure sul corpo. È morto all’ospedale Santo Spirito di Pescara.
E lui, con la sua creatività incontenibile, quella malattia l’aveva raccontata anche sui social, nelle storie instagram, con la cioccolata calda preparata di notte dalla infermiere, con le “passeggiate” in corsia sulla sedia a rotelle.
Proprio come un giornalista vero, che con la vita ci si arrabbia, perché vorrebbe capire e raccontare ma poi all’improvviso tutto si spegne e non ci riesci più. È con nell’animo la sua voce perennemente piena di entusiasmo e sincerità che io stasera scrivo del mio amico morto. E lo voglio fare rompendo ogni sacra regola di questo mio mestiere, che aveva attraversato anche lui. Scelgo di non alzarlo il muro di gomma, in onore a questo giovane uomo spiritoso e controcorrente. Che ha saputo rompere tutti gli schemi, con coraggio, con il vento tra i capelli e maledettamente sempre senza paura. Incazzato.
Su una cosa sola non aveva mai indugiato, non l’ha mai messa in discussione: la crescita del suo paese di origine. Dove papà Tony è presidente della Pro loco e dove è cresciuto nell’amore incondizionato di mamma Marta. Silvio Di Giulio è di Santa Iona, la frazione di Ovindoli. Le sue radici rimarranno sempre lì. Quel borgo tanto amato dai turisti romani, che negli ultimi anni è rinato nell’aspetto e nella cura, da cui dall’alto si vede Celano avvolto dalla nebbia. Quanto amava casa sua Silvio. E che dono questa immagine che lo ritrae proprio lì, sul quel suggestivo balcone della Marsica, che tante volte è di conforto agli animi più sensibili. Grazie alla vicesindaco Michela Tatarelli per avermela inviata. Lei, che esattamente come il sindaco Angelo Ciminelli, non è riuscita a commentarla ancora una morte così. Non andrebbe mai persa la lucidità, da giornalisti, da amministratori. Ma noi abruzzesi non siamo così. E Silvio nella sua seppur breve vita ce lo ha insegnato. Con orgoglio, senza indugi.
Addio meraviglioso e prezioso amico mio. Mi sei sfuggito tra le mani nel tempo di uno schiocco di dita.
La Marsica piangerà per te… Ma con una promessa. Onoreremo la tua terra, le tue montagne e proveremo a vivere la vita con la stessa dignità con cui lo hai fatto tu!
La camera ardente sarà allestita a casa di Silvio in via Cavour n. 35 a Santa Jona e sarà aperta dalle 14 di domani domenica alle 14:30 di lunedì. I funerali saranno celebrati nella chiesa di Santa Maria di Collemarciano di Santa Jona, lunedì 2 dicembre alle 15.
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