Avezzano. Due donne e un uomo denunciati della squadra mobile della questura dell’Aquila per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Dalle indagini, durate 8 mesi e coordinate dal sostituto Procuratore David Mancini, è emerso che avevano organizzato una fiorente attività dalla quale trarre consistenti profitti economici aprendo, in breve tempo, tre case di appuntamento all’Aquila e due ad Avezzano in cui facevano alternare, periodicamente, giovani ragazze tutte provenienti del Sud America. Dietro all’apparente regolarità di contratti di locazione si nascondeva un’organizzazione gestita e controllata dall’uomo che provvedeva al reperimento delle ragazze con la complicità delle due donne.
L’una, italiana aveva il compito di reperire gli appartamenti da adibire a case di appuntamento; l’altra, extracomunitaria, oltre a presentarsi come coniuge del principale indagato per rassicurare i vari proprietari e facilitare la locazione dei loro appartamenti, provvedeva ad eseguire materialmente i pagamenti dei canoni attraverso bonifici bancari a suo nome. Le indagini hanno evidenziato come gli indagati, dopo aver avviato la prima “casa” all’Aquila, al Torrione, nell’ottobre del 2015, visto il successo riscosso hanno deciso di aprirne altre due sempre nel capoluogo, nei pressi della Villa Comunale e nella zona ovest della città, estendendo successivamente i loro interessi con l’apertura di altre due ad Avezzano. Il sistema di pubblicizzazione era semplice ed efficace: siti internet specializzati nel settore, annunci su quotidiani abbinati a numeri di telefono da contattare, che cambiavano con l’avvicendamento delle ragazze per mantenere sempre alto l’interesse degli occasionali clienti. Le giovani donne concordavano gli appuntamenti con i clienti, fornendo in maniera molto sensuale dettagli sulle prestazione fornite e sul “regalino” per ognuna di esse, che variava da 50 a 100 euro.