Avezzano. Era accusato di ricettazione per essere stato trovato in possesso di un computer portatile e di un tablet rubati. È stato però assolto perché il fatto non sussiste in quanto la deposizione del suo accusatore è risultata inutilizzabile: era stata acquisita senza la presenza di un difensore e senza la lettura dei propri diritti. I fatti risalgono al 2015 quando l’imputato venne trovato dai carabinieri in possesso di un tablet della Samsung e di un MacBook Pro, entrambi risultati rubati.
Secondo i difensori dell’imputato, gli avvocati Luca e Pasquale Motta, che hanno presentato ricorso in appello, la condanna in primo grado a otto mesi di reclusione non teneva conto di diversi fattori e in particolare del fatto che il loro assistito, G.T., 29 anni, di Avezzano, faceva di professione l’informatico, fosse incensurato e avesse collaborato durante le indagini. Infatti, secondo la tesi della difesa, l’imputato aveva ricevuto il pc e il tablet, come confermato dal ladro stesso, al fine di formattarli e con lo scopo di inserire musica e videogiochi.
Il testimone aveva però anche dichiarato ai carabinieri di aver rubato i due dispositivi e di averli dati all’imputato avvisandolo che si trattava di beni rubati. Alla fine però la tesi della difesa è stata accolta dai giudici della Corte d’Appello.