Avezzano. Don Aldo Antonelli si schiera con i sindaci contro il decreto sicurezza. Nei giorni scorsi tante sono state le polemiche che hanno accompagnato questa serie di norme varate dal governo sulla sicurezza e tanti i sindaci che hanno detto di non volerlo applicare. Anche don Aldo, da sempre attento a quello che accade in Italia e nel mondo, è sceso in campo e ha detto la sua. “Io sto con i sindaci, i quali non contestano la Legge sulla sicurezza in quanto tale, ma quella parte che non riconosce i diritti che la Costituzione assicura e che sono di competenza dei Comuni. In particolare l’art. 23 che “nega al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno la possibilità di iscriversi all’anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli di conseguenza di usufruire di qualsiasi servizio, a cominciare dall’assistenza sanitaria”.
La rivolta civile ha l’appoggio dell’associazione emblema della rivolta del popolo italiano contro l’occupazione nazi-fascista, anche se all’epoca i partigiani erano chiamati ‘terroristi’. Ma tutti sanno che ribellarsi agli ordini (o leggi) ingiusti è giusto. Perfino Salvini, i cui comportamenti più che da Ministro della Repubblica sono da Bullo di quartiere, e che ora, stando dall’altra parte, impone ubbidienza cieca alla “Legge”, a suo tempo, nei confronti della legge Cirinnà, rivendicava il diritto di disubbidienza. In quell’occasione (Maggio 2016) disse testualmente: «Chiederò a tutti i sindaci e amministratori locali di disobbedire a quella che è una legge sbagliata (quella sulle unioni civili). La disobbedienza alle leggi sbagliate, e per alcuni aspetti discriminatorie, è una virtù».
Parola sacrosante che messe in bocca al gradasso che occupa il Viminale diventano un attestato di opportunismo e ipocrisia.
Tornando a noi, ecco la dichiarazione di Carla Nespolo, presidente dell’Anpi:
«È un fatto molto positivo che alcuni Sindaci, per rispetto pieno della Costituzione, abbiano deciso di sospendere l’attuazione di quelle parti della legge sicurezza e immigrazione inerenti l’attività dei Comuni. Lo ha fatto per primo meritoriamente il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ed altri sindaci, altrettanto meritoriamente, stanno seguendo la sua strada. L’articolo 13 della legge nega al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno la possibilità di iscriversi all’anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli di conseguenza di usufruire di qualsiasi servizio, a cominciare dall’assistenza sanitaria. Migliaia e migliaia di persone, pur presenti legalmente nel nostro Paese, sono così giuridicamente cancellate.
Ciò comporterà inevitabilmente il passaggio di gran parte di costoro all’illegalità, compromettendo ogni loro speranza e la sicurezza di tutti i cittadini. La coraggiosa decisione di Orlando e di altri Sindaci di non dare attuazione a tale articolo apre così anche sul terreno istituzionale quel percorso di resistenza civile che da tempo l’Anpi aveva auspicato non contro questo Governo in quanto tale, ma contro i provvedimenti che negassero i fondamentali diritti costituzionali ribaditi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Se c’è un contrasto fra leggi e Costituzione, occorre che venga alla luce con chiarezza affinché la Corte Costituzionale possa pronunciarsi in merito. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto».