Avezzano. L’accordo sempre più lontano, anzi, non c’è più. E le elezioni sempre più vicine. Si rischia il ritorno alle urne perché i quattro consiglieri che chiedevano una rappresentanza in giunta sarebbero rimasti beffati e non voteranno il bilancio. Lo annunciano Alessandro Pierleoni, Donato Aratari, Maria Antonietta Dominici e Vincenzo Ridolfi, del gruppo consiliare Responsabilità Civica in una nota.
Ma cosa è accaduto? Secondo i consiglieri, il sindaco Gabriele De Angelis avrebbe rinnegato l’accordo firmato su un foglio in cui si affermava che avrebbero avuto i due assessori previsti secondo i numeri di rappresentanza in consiglio. Un accordo firmato dal primo cittadino per convincerli ad andare in consiglio del 28 aprile e votare a favore della maggioranza. Così è accaduto. Infatti i quattro si sono presentati in consiglio e hanno alzato la mano a favore del sindaco su tutti i punti. “Tanto abbiamo la parola del sindaco che ci darà i due assessori”, hanno pensato, “e inoltre abbiamo anche il documento firmato da De Angelis. Possiamo stare tranquilli”. Ma, come dice un vecchio detto dei nostri nonni, “Tranquillo ha fatto una brutta fine… è morto inc…..”.
Infatti quel foglio, per il sindaco, sarebbe diventato oggi “carta straccia“. Non si ha la certezza che il primo cittadino lo abbia veramente definito così. Certo è che fino a oggi così lo ha valutato, visto che i due assessori ai quattro consiglieri non sono mai arrivati.
“Ad oggi“, affermano i quattro, “le condizioni per costruire una prospettiva di partecipazione alla maggioranza sono notevolmente compromesse. Il gruppo di Responsabilità Civica è nato con l’intenzione di bilanciare la componente di centrodestra presente all’interno della maggioranza del sindaco De Angelis all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato. La convinzione è quella di poter rappresentare uno strumento utile alla realizzazione del programma di mandato e non va vista come un tentativo di mettere il sindaco in difficoltà o peggio ancora davanti ad atteggiamenti ricattatori.
Nel corso di questi ultimi giorni abbiamo dovuto prendere atto che le nostre intenzioni sono state, attraverso una manipolazione, anche mediatica, interpretate come una volgare volontà di accaparramento di poltrone. Noi non ci stiamo. Rappresentiamo pur sempre migliaia di elettori che solo un anno fa hanno creduto nel progetto civico, presentato dal sindaco. Il susseguirsi degli ultimi eventi dimostra come tutte le azioni politiche messe in campo da Responsabilità Civica fossero finalizzate a garantire al sindaco il tempo e gli spunti politici indispensabili a ritrovare un’unità di intenti notevolmente compromessa. In questa ottica va vista la decisione di non presenziare al consiglio comunale del 24 aprile che all’ordine del giorno presentava la mozione di sfiducia della Presidente del Consiglio.
Il tempo intercorso tra il primo e il secondo consiglio del 28 aprile doveva essere impegnato dal Sindaco per ricomporre un quadro politico unitario. Avevamo chiesto”, spiegano i quattro consiglieri beffati, “come segnali concreti della sua buona volontà l’azzeramento della giunta e, in subordinata, un azzeramento delle deleghe che avrebbe dovuto accelerare al massimo i tempi per il rilancio dell’azione amministrativa. Neanche questa nostra proposta è stata accettata . Come ultimo atto di collaborazione abbiamo proposto un documento, sottoscritto da tutti i consiglieri comunali di maggioranza e dal sindaco, con cui le parti si impegnavano a recepire le istanze del nostro gruppo precisando tempi e modalità. Oltre a questo il sindaco si è impegnato pubblicamente in consiglio comunale, anticipando il contenuto del documento. Nel successivo incontro di maggioranza veniva confermata la volontà espressa nel documento, aggiungendo la disponibilità a ridiscutere l’equilibrio negli enti sovracomunali per le deleghe attribuite al Comune di Avezzano.
Barbonetti cacciato dalla stanza è sono uno dei colpi di scena arrivati il 07 maggio”, affermano i consiglieri, “infatti c’è stato il mancato riconoscimento da parte del sindaco del coordinatore del movimento Alessandro Barbonetti quale interlocutore politico accreditato, tanto che è dovuto andare via e non ha potuto partecipare alla trattativa. Motivo questo che ha fatto saltare l’incontro tanto atteso. Un gesto incomprensibile”, continuano i consiglieri, “dato che, qualche giorno prima, il sindaco aveva ricevuto in delegazione i consiglieri Paciotti e Lamorgese insieme ai loro coordinatori Stirpe e Gallipoli.
Una irresponsabile presa di posizione“, sempre secondo i quattro, “sarebbe arrivata dai consiglieri comunali Lamorgese, già vicepresidente della Provincia e presidente della VI commissione comunale e Francesco Paciotti, con la quale minacciavano il sindaco di abbandonare la maggioranza nel caso in cui fosse stato tolto il loro rappresentante in giunta.
Nella successiva riunione di maggioranza, tenutasi soltanto un’ora dopo, la volontà (evidentemente precostituita) di gran parte dei consiglieri veniva espressa negando la validità del documento sottoscritto pochi giorni prima, mentre il Sindaco riapriva una polemica pretestuosa sugli enti sovracomunali e sulla maggior parte degli incarichi che nella prima parte del suo mandato egli aveva attribuito ai vari gruppi, dimenticando che pochi giorni prima avevamo già manifestato la volontà di ridiscuterli.
Conclusione? Il documento sottoscritto da tutti i consiglieri che nell’intenzioni generali doveva garantire il nuovo equilibrio politico unitamente ad una ritrovata unità di intenti è stato miseramente definito “carta straccia”. Se gli impegni scritti non sono ritenuti onorabili, come possono essere considerati gli impegni verbali? Con quale spirito dovremmo partecipare alle riunioni di maggioranza e approvare un bilancio, di cui ignoriamo l’intero contenuto? Un atteggiamento irresponsabile che mortifica le nostre intelligenze.
Non si capisce“, concludono i quattro consiglieri, “perché il sindaco anziché recuperare rapporti politici e di amicizia della prima ora si intestardisca a cercare nuovi alleati, pescandoli nella coalizione dell’ ex sindaco Gianni Di Pangrazio. E’ ora di recuperare slancio e lucidità d’azione nell’interesse comune della Città, abbandonando una logica del tirare a campare”.