Avezzano. All’ingresso di Villa Torlonia c’è un affresco che occupa un’intera parete, rappresentante il castello di Celano che si affacciava su un lago Fucino di un verde così insolito da lasciare il dubbio se si trattasse di terre coltivate o d’acqua. Ma se si alzano gli occhi al soffitto, cosa che nessuno fa mai poiché si viene rapiti dal dipinto appena citato, si possono osservare tre volti, raffigurati secondo un ordine non troppo casuale: Giulio Cesare, Leonardo da Vinci e Alessandro Torlonia.
Ma cosa ci fa il genio toscano, raffigurato tra mappamondi e clessidre con al suo fianco alambicchi da laboratorio e alcuni strani macchinari, nella dimora avezzanese del Principe Torlonia? Forse non tutti sanno che Leonardo, ancor prima di essere l’artista che tutto il mondo ormai conosce, era un eminente idraulico. Le sue realizzazioni più importanti in tal senso si trovano nella Villa delle Delizie di Charles d’Amboise a Milano, dove costruì un’incredibile macchina che chiamò “mulino ventilatore” mosso dalla corrente di un canale artificiale, sempre di sua invenzione. Inoltre ha creato sorgenti, peschiere e macchine d’acqua che suonano armonie come se fossero strumenti a fiato, fontane e cascatelle che sembrano naturali nonostante siano state ideate dal suo genio. Per realizzarli Leonardo aveva rispolverato alcuni vecchi progetti di canalizzazione che aveva costruito per Ludovico il Moro. Quei fogli contengono una grande quantità di studi legati al sistema dei navigli di Milano, a cui l’artista contribuì con una serie di innovazioni tuttora visibili, come ad esempio la famosa vite di Archimede, utilizzata per svuotare le conche e migliorare la navigabilità dei bacini e dei navigli. Grazie a Leonardo le imbarcazioni potevano attraversare la città utilizzando esclusivamente i canali. Ma la sua raffigurazione a Villa Torlonia può essere dettata solo dall’interesse che il genio provava per l’idraulica? O esiste qualche altro motivo per cui il Principe fece dipingere il volto di Leonardo tra il suo ritratto e quello di Cesare? Cosa ha spinto Torlonia a farlo collocare tra lui, l’unico uomo che dopo duemila anni era riuscito a prosciugare il terzo lago d’Italia, e Cesare, il primo che aveva ideato quel prosciugamento? Il primo ad accostare il nome di Leonardo all’opera idraulica compiuta nel Fucino fu Kurt Hassert, un geografo tedesco che fece il Gran Tour proprio in Abruzzo “Il prosciugamento venne realizzato per conto del Principe da Frantz Mayor De Montricher, il più grande idraulico del XIX secolo, degno erede del genio di Leonardo”. Ma esiste un’opera di Leonardo, su tutte, che si avvicina tantissimo al prosciugamento del Fucino, ovvero il prosciugamento delle paludi Pontine. In una carta geografica, datata 1514, attraverso un’insolita visuale a volo d’uccello, Leonardo realizzò a penna, inchiostro ed acquerello una cartina che riproduce le paludi Pontine, dal Circeo a Terracina fino alla piana di Fondi. Questa fa parte dei progetti e degli studi compiuti dal maestro per il prosciugamento delle stesse. Nel Cinquecento l’idea di bonificare quest’area, da sempre considerata impossibile, affascinò anche Leonardo da Vinci che studiò un sistema di canali e di macchine idrovore. Il progetto venne commissionato e finanziato da Papa Leone X ma questo non vide mai la luce poiché il pontefice morì pochi anni dopo. Ma il sistema studiato da Leonardo era talmente efficace che venne usato per i successivi progetti del periodo fascista. Fu infatti Benito Mussolini, che per un lungo periodo visse a Villa Torlonia a Roma, a prosciugare le paludi, inaugurando nel dicembre del 1932 la città di Littoria. Ci si chiede quindi come sia possibile che Leonardo, affascinato dal prosciugamento delle paludi Pontine, possa essere rimasto indifferente alla più grande opera idraulica dell’antichità? Esiste infatti qualcos’altro che lega i nomi di Torlonia e da Vinci, qualcosa di molto più importante, che scopriremo mercoledì prossimo. @francescoproia (autore dei romanzi “Polvere di Lago” e “Il Principe del Lago”)