Avezzano. Lampeggianti blu illuminano il piazzale antistante il pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano. Sono quelle delle ambulanze del 118. E’ un viavai di malati, persone sofferenti in condizioni più o meno gravi, pazienti covid, che attendono di essere visitati, soccorsi dal personale medico, ricoverati. Ci sono i medici ad accudirli. Ci sono poi ambulanze vuote, pronte a ripartire e c’è, infine, il personale sanitario, che non basta. È una corsa contro il tempo. Non c’è più spazio, non ci sono più risorse e non ci sono più stanze e posti letto.
E allora restano lì, ancorate, ferme, nella speranza che la situazione si plachi, ce le chiamate rallentino. Sono settimane che l’allarme sul collasso dell’ospedale del capoluogo marsicano è lanciato da più parti. E quello che sembrava essere un spettro nascosto da qualche parte, si è invece materializzato. Probabile, possibile, concreto. Tre fasi, tutte realizzatesi nel giro di pochissimo tempo.
Eppure previste, largamente urlate alle istituzioni, soprattutto quelle regionali, che adesso dovranno intervenire con urgenza. Subito. Domani. Senza perdere un un altro giorno. Ma che minimizzano, come l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, dicono “è tutto sotto controllo” (Leggi articolo). Non si può più aspettare, è il momento di potenziare immediatamente l’organico, senza esito, a qualunque costo, di potenziare la struttura e utilizzare spazi anche negli ospedali di Pescina e Tagliacozzo, con un ruolo cruciale per la tenere in piedi la sanità marsicana che probabilmente è già al punto di non ritorno.
Video di Andrea Flaviani