Avezzano. Operazione della Direzione Marittima Abruzzo-Molise di Pescara che ha sequestrato 220 kg di pesce e 240 kg di vongole insieme ad attrezzature per la pesca. L’operazione riguardava le infrazioni per l’utilizzo di reti non conformi alle direttive nazionali e comunitarie e la detenzione a bordo di prodotto sottomisura, non commercializzabile. Nello specifico, durante controlli nell’area immediatamente prospiciente l’Area Marina Protetta Isole Tremiti sono state rilevate gravi irregolarità: elevati 5 verbali con sequestro di due reti di 200 metri e oltre un quintale di pescato vario, sanzioni per 18mila euro.
In un’altra operazione, condotta nell’entroterra marsicano, sono state sottoposte a controllo attività di rivendita e ristorazione: sequestrati 120 kg di pescato perché privo degli elementi che permettono la tracciabilità, con sanzioni per 3mila euro.
Posto sotto sequestro, per la successiva chiusura, un ristorante etnico di Avezzano, in collaborazione con la locale Asl, per le pessime condizioni igienico sanitarie in cui sono stati trovati i locali adibiti alla preparazione dei pasti e dei locali di conservazione delle derrate alimentari. In un’operazione notturna, condotta nelle acque prospicienti il territorio di Giulianova, sono state sorprese sottocosta 3 unità turbosoffianti adibite alla pesca della vongole.
Tutti i pescherecci sono stati controllati: verbali per un ammontare di 12mila euro e sequestro di circa 240 Kg di vongole. L’intervento ha visto impiegato il personale con la Motovedetta CP 292 della Direzione Marittima di Pescara in mare aperto fino alle Isole Tremiti per circa 20 ore. Percorse 125 miglia nautiche.
“Tali modalità illecite, messe in atto dai pescherecci, ma che vengono, comunque, sempre sanzionate dall’autorità marittima, arrecano gravi danni, sia all’ecosistema marino”, spiega il comandante del porto di Termoli, Francesco Massaro, “in quanto si priva quest’ultimo di pesce ancora piccolo che non avrà la possibilità di riprodursi e ripopolare la specie, ma anche alle economie che si basano sul commercio del prodotto ittico, perché, immettendo sul mercato prodotto pescato illecitamente, si ledono i commercianti onesti e si falsificano i reali valori di vendita”.