L’Aquila. I soliti film da parte di molti commentatori sindacali e politici che, con fantasiose ricostruzioni, adombrano chissà quali trame per spodestare Di Berardino: ingerenze esterne, interessi sui progetti, paura delle imminenti elezioni.
Nulla di tutto questo. Ricordiamo agli smemorati, e a Di Berardino in particolare, che dopo aver disatteso la staffetta nella posizione di presidente per le fortissime pressioni politiche di ben noti consiglieri regionali, ora non più eletti, aveva perso l’appoggio della sua maggioranza. I rappresentanti della Coldiretti e della CIA, già in precedenza avevano fatto mancare il loro voto nelle decisioni più importanti e solo il senso di responsabilità dei 4 eletti di Confagricoltura aveva salvato la Consigliatura ed evitato per il Consorzio il commissariamento che molti auspicavano per gestire e negoziare, con il governo regionale, il progetto del Masterplan.
Il rapporto con Di Berardino non è mai stato sereno per la sua tendenza ad agire senza consultarsi e, contrariamente a quanto lui afferma, non libero nelle sue decisioni. Non a caso ora il suo più strenuo difensore è Roberto Giovagnorio: consigliere provinciale, assessore comunale a Tagliacozzo ma che mai si è occupato delle sorti del Consorzio, pur avendo ricevuto in passato alcune deleghe, tra le quali quella delicatissima al personale.
Il presidente Di Berardino, infischiandosi della collegialità o sopraffatto dalla struttura, ha portato a ratifica della deputazione amministrativa, molti atti delicati da approvare sempre in via di urgenza e necessità mettendo la deputazione amministrativa su fatti compiuti. Il presidente negli ultimi mesi ha dedicato il suo tempo in piccole e marginali questioni tralasciando l’interlocuzione con la Regione e l’ARAP per l’avvio dei progetti di irrigazione; disconoscendo la distinzione dei ruoli quotidianamente ha avuto rapporti conflittuali con il direttore ed il personale, ha costruito sistematici conflitti con la sovrintendenza ai beni archeologici per le visite ai cunicoli, non ultimo il recente accordo con la pro loco dell’Incile che non è possibile applicare perché il sito è chiuso per lavori, ha ostacolato vanamente la stipula della convenzione con il CNR per le consulenze scientifiche e gratuite sullo stato della galleria Torlonia, con un maldestro tentativo ha cercato di bloccare la convenzione con il comune di Trasacco per lavori da fare nella località Tre portoni, con il rischio di perdere il finanziamento di 250.000 euro a favore del comune ma gestito dal Consorzio, ha avuto un agire provinciale che lo ha escluso da tutti i contesti decisionali importanti: assessorati ragionali, ANBI ecc. delegando quasi sempre il vice presidente a partecipare agli incontri.
“Se il Consorzio avrà in Dario Bonaldi un nuovo presidente sarà meglio per tutti: garanzia di trasparenza, chiarezza sugli obiettivi, professionalità sulle decisioni, distinzione dei ruoli sulla struttura” Afferma Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila. “ Nessuno ha certezza che si voterà a novembre, sicuramente il nove di settembre non ci sarà la nomina dei quattro rappresentanti delle Regione stante l’iter di approvazione della nuova legge regionale sul riassetto dei Consorzi di bonifica che prevede il successivo commissariamento dei 5 Consorzi regionali”. Conclude Fabrizi.