Avezzano. “La vecchia politica è dura a morire lo testimonia la Conferenza stampa del Consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio sulla presunta spoliazione della Marsica a seguito dell’ipotizzato trasferimento dei dipendenti Arssa all’Assessorato agricoltura”. Non usa mezzi termini il direttore della Confagricoltura dell’Aquila, Stefano Fabrizi, per bocciare l’appello di Di Pangrazio e approvare la decisione della Regione Abruzzo di trasferire i dipendenti Arssa all’assessorato all’agricoltura. “Confagricoltura L’Aquila da sempre, in tutte le sedi, ha chiesto una profonda rivisitazione delle attività e dei compiti dell’Arssa. Gli agricoltori della provincia dell’Aquila stanno pagando duramente le disfunzioni dell’Assessorato Agricoltura che per la carenza di personale tecnico sia all’Ispettorato agrario dell’Aquila che all’UTA di Avezzano. La definizione delle pratiche di finanziamento del PSR va molto a rilento ed i pagamenti riguardano pochi progetti rispetto a quelli finanziati mentre le aziende agricole di sono indebitate. Confagricoltura L’Aquila ha chiesto ripetutamente al Presidente Chiodi, all’Assessore Mauro Febbo, al senatore Piccone ed al Presidente della Provincia Del Corvo di mettere riparo a questa grave situazione trasferendo unità tecniche dall’ARSSA verso questi uffici. Quindi nessun spostamento verso la costa ma semmai una doverosa razionalizzazione dell’esistente. Siamo perfettamente d’accordo sul provvedimento” commenta Stefano Fabrizi direttore di Confagricoltura L’Aquila “gli agricoltori ma soprattutto i cittadini che pagano le tasse non possono più permettersi queste sacche di inefficienza della pubblica amministrazione che da una parte non valorizza le risorse umane disponibili e dall’altro non riesce ad adempiere alle sue funzioni per carenze di personale recando danni irreparabili agli agricoltori a perdita di risorse comunitarie. Grazie ad un emendamento dell’organizzazione la legge istitutiva dell’Arssa, la n. 29/96, prevede già all’art. 1 la possibilità dell’interscambio del personale tra l’agenzia e la direzione agricoltura. Purtroppo, tale norma è stata sempre boicottata dai sindacati interni delle due strutture, con buona pace degli interessi della collettività e degli agricoltori utenti. Non abbiamo più bisogno di un’agenzia che non offre servizi, né di centri di ricerca che non ricercano nulla, abbiamo solo bisogno della cura “Marchionne” che finalmente riporti sulla giusta via del lavoro chi, per anni, ha divorato risorse pubbliche magari a spese di pochi impiegati che, con spirito di sacrificio, hanno servito gli agricoltori con professionalità e diligenza. Il tempo dei privilegi deve finire, gli agricoltori sono stufi della difesa d’ufficio di prerogative sindacali che hanno tutelato sacche di parassitismo dell’apparato pubblico favorendo privilegi e svilendo la professionalità dei più. Una testimonianza di questo è il recente ultimo concorso pubblico per 3 dirigenti all’assessorato agricoltura di cui due riservato agli interni dove su 74 partecipanti hanno superato la prova scritta solo in quattro mentre quella orale è stata superata solo da candidato. A questo riguardo ci sembra utile proporre non solo che un concorso per dirigenti sia riservato a tutti ma, soprattutto, che tale concorso ponga un tetto di 35 anni di età per i partecipanti”. Queste solo le battaglie che un Consigliere regionale lungimirante dovrebbe fare”, ha concluso Fabrizi, “e non la difesa d’ufficio di campanili e privilegi, di prerogative sindacali e diritti astratti”.