Avezzano. L’Imu sui fabbricati rurali per risanare i conti pubblici rischia di mandare a gambe all’aria centinaia di piccole aziende del settore, Confagricoltura lancia l’appello ai sindaci: “dimezzate l’imposta”. Confagricoltura sollecita i primi cittadini a ridurre l’aliquota dallo 0,2 allo 0,1, ai sensi del comma 8 dell’art 13 della legge 22 dicembre 2011, n. 214. “Dai calcoli effettuati dal nostro centro studi”, afferma il direttore, Stefano Fabrizi, “l’importo di questa nuova tassa incide pesantemente sui conti delle aziende che stanno sopportando non solo la grave crisi economica dovuta ai prezzi dei prodotti agricoli non remunerativi, ma anche gli incrementi dei costi di produzione dovuti al prezzo del gasolio, dell’energia, dell’aumento dell’Iva e dei contributi agricoli unificati”. Fino al 31 dicembre, infatti, i fabbricati strumentali, immobili utili allo svolgimento dell’attività produttiva agricola erano del tutto esclusi dalle imposte, poiché il relativo reddito era ricompresso in quello dei terreni. Esenzione caduta con introduzione dell’imposta municipale unica, in sostituzione della vecchia Ici: la nuova tassa, che ha per oggetto i terreni, i fabbricati, compresi quelli rurali e strumentali e gli impianti fotovoltaici superiori a 20 kw, va calcolata sul valore dell’immobile moltiplicato per l’aliquota Imu fissata allo 0,2%. “Stalle, fienili e rimesse degli attrezzi”, aggiunge il Presidente di Confagricoltura, Fabrizio Lobene, “sono dei mezzi di produzione indispensabili per gli operatori del settore, per ridurre il salasso ed evitare il crollo di tante piccole aziende agricole le Amministrazioni comunali adottino il provvedimento improntato all’equità concesso dal Governo nazionale riducendo allo 0,1% l’aliquota da applicare per il calcolo dell’Imu”. Parola ai sindaci, quindi, chiamati a dare un segnale a un settore portante dell’economia del territorio, che rischia di soccombere sull’altare del risanamento dei conti pubblici.