Canistro. Gli avvocati del Comune di Canistro, Salvatore Braghini e Renzo Lancia, intervengono sulla vicenda della sorgente Santa Croce per segnalare l’illegittimità dell’operato della Regione nell’attribuzione definitiva della concessione delle acque minerali all’impresa di Colella. “Un’aggiudicazione – dicono gli avvocati – che contrasta con i principi di correttezza e trasparenza e che viola le norme del capitolato di gara, laddove la Regione ha proceduto all’aggiudicazione provvisoria e finanche a quella definitiva nonostante la Santa Croce non abbia fornito la documentazione “necessaria”, richiesta dallo stesso bando. Ciò si evince chiaramente dagli stessi atti della commissione aggiudicatrice e del dirigente regionale Iris Flacco, notificati il 24 giugno 2015 al Comune di Canistro. In mancanza del Durc e di altri documenti contabili-finanziari richiesti dal bando,il dirigente regionale, invece, di procedere all’annullamento dell’aggiudicazione provvisoria, a causa dell’esito negativo della verifica dei requisiti, ha incredibilmente adottato, in manifesta violazione della norma del disciplinare di gara, la determina per l’aggiudicazione definitiva. Ora, per la Regione, recedere dalla concessione appena conferita è molto più difficile! Di certo, non sono valide le ragioni invocate dalla Regione Abruzzo per l’aggiudicazione definitiva relativamente alle esigenze di celerità del procedimento, in quanto l’impresa già concessionaria non ha mai smesso di funzionare, tanto più che la Regione era ben consapevole del giudizio cautelare pendente avanti al Tar abruzzese per violazione di norme amministrative e di tutela ambientale, per la cui definizione si attende la data del 16 dicembre prossimo. Si aggiunga che la Santa Croce non ha nemmeno fornito assicurazioni per la salvaguardia dei posti di lavoro (nel corso degli ultimi anni se ne sono perse decine di unità), nonostante il maxi-sconto sul prezzo dell’acqua minerale (da 5 euro a 0,30 centesimi al m3 d’acqua utilizzata), invero, spettante soltanto in caso di osservanza dei patti occupazionali siglati con la Regione. Dunque, la Regione non solo ha finanziato gli ammortizzatori sociali operai della ditta, ma ha rinunciato a 4,70 euro a m3, con una perdita ingente di risorse pubbliche e, ciliegina sulla torta, non ha nemmeno conferito al Comune di Canistro il 10 per cento dell’entrate sul canone d’uso come previsto dalla l.r. 15/02 sulle acque minerali”, hanno concluso gli avvocati.