L’arrivo del bel tempo porta con sé il ritorno sulle tavole degli italiani di tanti prodotti provenienti dall’orto. Tra tutti, immancabile, c’è il finocchio che spicca per la sua freschezza e croccantezza nonché per gli innumerevoli benefici e per la sua versatilità in cucina.
Ma vi siete mai chiesti come avviene la sua coltivazione?
E’ da circa un mese che ha preso il via il trapianto delle piantine di finocchio nella campagna del Fucino. L’inizio di marzo, infatti, inaugura la messa all’opera delle aziende agricole che lavorano questo prodotto.
Abbiamo chiesto a Ortomedia di Modesto Angelucci, azienda agricola familiare di Luco dei Marsi specializzata nella produzione, trasformazione e vendita di finocchi di raccontarci quali sono le fasi che caratterizzano questa operazione, alla quale ne seguono altre prima che il prodotto arrivi nel piatto pronto per essere gustato.
Preparazione.
Il trapianto di finocchi parte dagli inizi di marzo ma bisogna prepararsi a questa pratica già da qualche tempo prima. E’ necessario infatti ordinare con largo anticipo (2 mesi circa) le piantine dai vivai, dove sono state fatte crescere in serra, nonché preparare il terreno. Quattro, cinque giorni prima del trapianto, infatti, vengono eseguite le fasi di aratura, concimazione e fresatura della terra che deve essere regolare e omogenea. Quest’ultima, dopo l’installazione degli impianti idrici per l’irrigazione da parte di aziende collaboratrici, viene coperta con un telo chiamato “tessuto non tessuto”.
Tessuto non tessuto.
Il tessuto non tessuto è un telo che serve a coprire e proteggere il terreno (e successivamente le piantine trapiantate) dai primi freddi e dalle gelate. Viene così chiamato perché di notte si ristringe e si chiude mentre di giorno si apre creando dei fori millimetrici. Alla vista il telo rimane sempre uguale, i cambiamenti sono impercettibili, ma in realtà in base alla temperatura il sistema si stringe (con il freddo) o si allarga (con il caldo) automaticamente.
Il trapianto.
Nella nostra azienda, il trapianto avviene meccanicamente attraverso un’apparecchiatura semi automatica che si chiama trapiantatrice, accompagnata costantemente dalla manodopera specializzata. A partire dalle 7 di mattina (in estate l’orario di inizio è anticipato), le piantine vengono collocate nel terreno ovvero vengono messe a dimora. Il tutto viene irrigato e coperto nell’attesa dell’arrivo di maggio, quando poi verrà lavorato e trattato con appositi e consentiti medicinali. La durata del trapianto giornaliero dipende sempre dal numero delle piantine e dalle condizioni atmosferiche. Generalmente questa operazione avviene dalle 7 alle 13. Per la raccolta invece, bisogna aspettare 90 giorni (mentre in periodi più caldi anche 70/80 giorni).
Qualche numero.
Quando le piantine arrivano in magazzino si presentano all’interno di carrelli. In ogni carrello ci sono circa 8/10mila piantine da trapiantare. A dimora ne vengono quindi messe 70/80mila per ogni ettaro di terreno. Il personale, altamente specializzato, che si occupa di questa operazione, conta 8 professionisti per un ettaro e mezzo di terreno, al fine che ogni minimo dettaglio venga curato correttamente.
“Per la riuscita del trapianto e quindi di un buon raccolto, ci vuole professionalità nella lavorazione della terra e anche nella scelta della varietà di piantine. E ancora: pazienza e naturalmente amore e sacrificio. Nell’azienda Ortomedia di Angelucci Modesto queste componenti non mancano anzi, sono alla base del lavoro quotidiano”.
Ortomedia di Angelucci Modesto
Str. 46, 67059 Luco dei Marsi AQ
Contatti: Cell. +39. 3282335718 / +39. 3282288612
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