E’ una giornata tipica di inizio dicembre: il cielo plumbeo e grigio, pare carico di neve.
Il luogo è comunque bello: i pascoli, che d’estate sono verdi e rigogliosi,ora appaiono secchi e gelati, quasi un mare argentato.
Josef sta lavorando: dà da mangiare al gregge delle pecore che gli sono state affidate .
Gli piace il suo lavoro . E’ arrivato qui , in questo paesino tra gli Appennini , nel territorio della Marsica , da molto lontano … dove a dicembre il sole è ancora caldo ma il lavoro non c’è.
E’ molto felice Josef : sua moglie, Mariah , aspetta il suo primo figlio che dovrebbe nascere a giorni .
“Josef , Josef ! C’è una lettera per te , arriva da Avezzano …Vogliono controllare i vostri permessi di soggiorno…il 24 mattina, tu e Mariah, dovrete essere lì…”
E’ il postino che, gentilmente, legge sempre la posta a Josef, che ancora non conosce bene l’Italiano.
Questo è un vero problema! Come avrebbe fatto Josef a partire con la sua auto malridotta?
E’ la mattina del 24 dicembre. Josef e Mariah, vestiti con i loro abiti migliori, partono per Avezzano. Mariah, con voce dolce ma carica di ansia e preoccupazione, sussurra: “E se non confermano i nostri permessi? Dove nascerà nostro figlio?” Rassicurandola, Josef risponde:
“Calma… vedrai che andrà tutto bene”.
Cominciano a scendere per quella via tortuosa; a ogni tornante appare un panorama diverso: la Piana del Fucino sembra un tappeto di stoffe verdi, grigie, gialle e marroni.
Giungono ad un paese, nella Piana. Tutto pare procedere ma d’improvviso l’auto fa uno strano rumore e, di botto, si ferma. Josef prova a far ripartire l’auto ma proprio non va… Si avvicina ad un gruppetto di persone, nei pressi di un bar: “Buongiorno, scusate… Mi si è rotta l’auto, mia moglie è incinta e devo arrivare ad Avezzano. Potreste aiutarmi?” Replicano quelli: “Di dove sei? Che ci fai qui? Tornatene al tuo paese…Oggi è la Vigilia di Natale… Non abbiamo tempo per te!”
Josef vede, lì vicino, un’officina . Con delicatezza entra e dice: “Buongiorno, scusa…mi si è rotta l’auto, mia moglie è incinta e devo arrivare ad Avezzano.Potresti aiutarmi? Per favore…” Il buon uomo lo guarda e risponde:” Hai da pagare? Oggi, con questa crisi, il lavoro mi va davvero male. Tanta gente, come me, vive in difficoltà e deve chiudere bottega. E’ la Vigilia di Natale. Per la mia famiglia sarà un Natale povero, mi dispiace, non posso aiutarti!”
Il tempo passa: gli uffici stanno per chiudere. Che guaio…
Josef torna, triste e sconsolato, all’auto dove Mariah lo aspetta. Lei gli legge sul viso la preoccupazione e non trova le parole per rincuorarlo. Sarà questo il motivo per cui si sente così male? No, non è questo. Mariah capisce subito: il bambino ha deciso di nascere!!! Così, con dolcezza e gioia infinita, avverte Josef:” E’ arrivato il momento che tanto aspettavamo.
Dimentica tutti i problemi: sta per nascere tuo figlio!”
Josef sente un brivido lungo la schiena e le gambe molli e tremanti. Ma non è il momento di perdere tempo.
Mariah ha bisogno di aiuto. Ora è davvero perso: lontano dalla propria terra, in un paese dove lo guardano con sospetto, in cui la gente ha tanti problemi…Comunque fa scendere Mariah dall’auto e cerca di rassicurarla. La fa appoggiare a sé e la conduce verso il bar. Tutti li guardano ma nessuno si interessa. Tutti li guardano ma continuano a parlottare. Tutti li guardano ma nessuno li vede. Finalmente qualcuno si scuote da quell’apatia… E’ una donna…E’una madre che riconosce in Mariah i segni di un parto imminente. “…Hai bisogno di aiuto? Avvicinati, vieni qui…Siedi…” Poi, rivolgendosi agli altri che osservano la scena, curiosi ma indifferenti, con tono arrabbiato dice: “Ma siete tutti diventati matti? Dove è finita la vostra umanità? Non vedete che questa donna ha bisogno di aiuto? Sta per dare alla luce un bambino…”
Risponde qualcuno: “Tornassero a casa loro…”
Dice qualcun altro: “Abbiamo tanto bisogno di aiuto noi: le fabbriche licenziano, i negozi chiudono, le famiglie sono in crisi…”
La donna replica con forza e determinazione:” E pensate di risolvere così i vostri problemi? Perdendo il vostro cuore? Rendendolo duro e freddo come pietra? Credete che la vita sia quella che si vede in TV? Lì siete bravi a commuovervi e partecipare… Ma la realtà è questa: fatta di problemi e delusioni, di persone vere e reali, di sentimenti e di emozioni, di solidarietà e partecipazione…” Detto questo si avvicina a Mariah e la prende sottobraccio… Sono tutti ammutoliti…li osservano…
Qualcuno prova a dire: “Dove la porti? Oggi è la Vigilia di Natale…Non hai da fare?”
Lei, con sguardo sereno e luminoso, risponde sicura:” Non esistono impegni quando si tratta di aiutare qualcuno…La porto a casa mia. Chiamerò un dottore…”
Camminando con Mariah e Josef, la donna orgogliosa dice: “Apparteniamo al genere umano. Siamo figli del popolo Marso che abitava queste terre e non aveva paura di niente e di nessuno.
NEC SINE MARSIS NEC CONTRA MARSOS TRIUNPHARI POSSE.
Così dicevano di noi i Romani. Oggi invece siamo diventati freddi, paurosi, insensibili!”
Tutto tace.
Tutto è fermo.
Il giorno sta volgendo al termine. Il cielo scurisce. Appaiono le stelle. Ce n’è una grande e luminosa a rischiarare la notte. Si alzano tante voci:
“Posso essere d’aiuto?”
………………………………..“Posso essere d’aiuto?”
………………………………………………………………………“Posso essere d’aiuto?”
Pare un miracolo. Finalmente. Sembra una gara, sembra una corsa.
Ciascuno ha riscoperto in sé il Natale. E sta partecipando alla Notte Santa.
E’ un Presepe.
Classe 4 A, scuola Vivenza Giovanni XXIII di Avezzano