È una notte gelida, umida e fredda, tipica di fine dicembre.
Le strade sono rivestite a festa, luci, colori, suoni, regali, odori di dolci, persone che corrono per gli ultimi acquisti; dappertutto c’è un’atmosfera di festa e di gioia.
Anche noi bambini partecipiamo ai preparativi, sia a scuola con le letterine e i lavoretti, che a casa con l’albero e il presepe.
Durante tutti questi preparativi ci facciamo una domanda: ma se Gesù fosse nato nella Marsica, un territorio così diverso da Betlemme, ma così bisognoso di pace e solidarietà, cosa avrebbe fatto?
Gesù sarebbe stato sicuramente un bambino buono, bello, sereno e docile, che sarebbe entrato nei cuori di tutti e avrebbe portato la pace nel mondo intero. Come doni, però, non avrebbe regalato giocattoli, videogiochi, computer, cellulari, ma avrebbe pensato a doni molto più costosi e rari come: amore, solidarietà, fratellanza, tolleranza, felicità.
Questi sono i regali più belli che tengono unite le famiglie e che aiutano a superare i momenti più difficili, anche quelli di crisi che affliggono il territorio marsicano: in questo periodo molte persone si trovano senza un lavoro perché tante fabbriche stanno chiudendo e altre sono in crisi; i commercianti non riescono a pagare le tasse e i loro dipendenti.
Se Gesù fosse nato nella Marsica non possiamo sapere se sarebbe riuscito a risolvere tutti questi problemi lavorativi, ma una cosa sicuramente l’avrebbe fatta, si sarebbe semplicemente fermato a giocare e ad ascoltare tutti i bambini che siano essi gialli, bianchi o neri, cristiani, musulmani e sicuramente non avrebbe fatto nessuna distinzione.
Purtroppo non possiamo sapere se questo sogno si sarebbe mai avverato, ma anche quest’anno, come ogni anno, nella notte di Natale continueremo a pregare per la sua venuta, terremo accesa una luce di speranza nel cuore di ognuno di noi e di tutti quelli che ci vogliono bene.
Classe III A, scuola Sacro Cuore di Avezzano