Avezzano. Che fine ha fatto il treno jazz Pescara – Roma? A chiederselo sono il segretario del Pd di Avezzano Giovanni Ceglie e Aurelio Cambise. “Il 30 agosto 2015 fu effettuata una corsa prova sulla tratta ferroviaria Pescara – Roma con un ETR 425, noto come Jazz, partito da Roma Termini e arrivato a Pescara in circa tre ore”, hanno spiegato i due esponenti del Pd, “furono effettuate anche tre fermate intermedie alle stazioni di Avezzano , Sulmona e Chieti. Si tratta di una media record per una delle tratte più lente e difficili dal punto di vista orografico, per i suoi dislivelli.
Il Jazz è invece un treno ad assetto variabile, che consente accelerazioni anche in salita. Ridurre ulteriormente gli attuali tempi di percorrenza tra Pescara e Roma tornerebbe a rendere competitiva la vecchia ferrovia già da subito: con altri interventi infrastrutturali, peraltro già pianificati sulla linea ferroviaria dalla Giunta D’Alfonso, sarebbe davvero un sogno realizzabile. Basterebbe il doppio binario Tivoli – Lunghezza, Avezzano – Tivoli, Pescara – Manoppello e costruire una lunga galleria che colleghi Avezzano – Sulmona. Questi lavori si sarebbero potuti effettuare nei molti decenni precedenti.
Fatte queste cose i collegamenti ferroviari diventerebbero consoni alle nostre aspettative di uomini moderni e globalizzati. Mai si fanno e sempre torneremo a dire le stesse cose. I fondi (1 miliardo e 556 milioni di euro) stanziati dalla Giunta D’Alfonso ci sono, ma vanno cantierizzati. Si parla tanto di inquinamento e di sicurezza, ma ognuno rimane attaccato al sedile della propria automobile. La velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara – Roma è davvero una emergenza europea. Chiediamo alla Giunta Marsilio di sbloccare subito le risorse per l’adeguamento del tracciato ferroviario, per poter almeno sperare in un prossimo futuro. Forse per la Giunta Regionale non è una priorità la tratta ferroviaria Pescara-Roma.
Noi torniamo ad avere bisogno della modernizzazione dell’impianto ferroviario, che non sia soltanto un dossier, ma che diventi una procedura ed un cantiere. Ci sono anche 10 milioni di euro per la progettazione esecutiva e quando le ferrovie fanno i progetti non sono sottoposte alle gare; possono cooperare alle prestazioni progettuali con sistemi razionalizzati e accelerati come ha ricordato più volte l’ex Presidente della Regione Abruzzo Sen. Dott. Luciano D’Alfonso. I servizi pubblici del trasporto, gli ospedali e le scuole dovrebbero essere messi al primo posto: non tagli, ma valorizzazione.
E che dire di quello che sta succedendo sulla A14 e sulla Nazionale Adriatica (SS 16)? Se in passato si fosse fatto qualcosa di quello di cui stiamo parlando, ora le situazioni critiche del trasporto si sarebbero potute ridurre di molto: il tracciato ferroviario avrebbe potuto smaltire di molto gli intasamenti stradali ed autostradali. Ferrovia e gomma avrebbero normalmente cooperato al trasporto e alla risoluzione dell’inquinamento…chi vuol capire potrebbe capire. Ora è chiaro che più andiamo avanti e più diventa difficile risolvere i problemi del trasporto. E, per concludere ritorniamo al problema dell’attuazione della ZES”.