Collarmele. Otto persone sono state denunciate dai carabinieri per falso ideologico in atto pubblico. È il risultato dell’inchiesta aperta sull’insediamento nel nucleo industriale di Collarmele della centrale a biometano proposta dalla srl Biometano Energy.
Un’attenta e certosina inchiesta che ha spulciato atto per atto tutto quantoprodotto finora per rendere possibile l’insediamento della centrale, in cui si sarebbe dovuto lavorare lo scarto agricolo proveniente da alcune aziende del Fucino.
Secondo l’accusa, le otto persone denunciate avrebbero perpetrato il reato in concorso tra loro, producendo atti e documenti che in parte risulterebbero “falsati”.
I fatti
Nella primavera del 2018 fu presentata alla Regione la richiesta di autorizzazione unica per l’insediamento in località Morrone di Collarmele, a confine con il Comune di San Benedetto dei Marsi e non lontano dal territorio di Pescina, di una centrale che avrebbe dovuto lavorare con scarti agricoli e zootecnici (letame), frutto di approviggionamento solo locale.
L’autorizzazione è arrivata a febbraio 2020.
Nel frattempo a Collarmele è nato un Comitato di salute pubblica che ha minacciato più volte azioni legali, affiancato anche dalle amministrazioni comunali che hanno dato il via anche a un ricorso al Tar per fermare l’iter procedurale che avrebbe portato alla costruzione della centrale.
Il tribunale amministrativo, però, ancora non si pronuncia.
Le indagini
A condurre le indagini il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Collarmele, Antonia Di Genova. Un’inchiesta nata diversi mesi fa, fatta di numerose acquisizioni documentali, in Regione e nelle aziende marsicane coinvolte.
I militari dell’Arma, agli ordini del capitano Luigi Strainese, della compagnia di Avezzano, hanno depositato in Procura un forbito faldone in cui vengono ricostruite e spiegate le accuse e che ora si trova sulla scrivania del pubblico ministero Lara Seccacini.
È infattil il pm Seccacini che negli ultimi anni è titolare di tutti quei fascicoli inerenti ai reati contro la pubblica amministrazione, lavorati dalla Procura della Repubblica di Avezzano, coordinata dal procuratore Andrea Padalino Morichini.
Le denunce
Sono otto le persone coinvolte nell’inchiesta che sono state denunciate per falso ideologico in atto pubblico, compiuto in concorso tra loro.
Si tratta di un dirigente della Regione Abruzzo, del legale rappresentante della Biometano Energy srl, di un consulente e dei cinque rappresentanti legali di aziende che avrebbero dovuto fornire gli scarti agricoli per il funzionamento della centrale.
Aziende che hanno presentato in Regione le loro fatture e i contratti sottoscritti con la società. Documenti necessari per ottenere il rilascio dell’autorizzazione unica. Due aziende sono di Avezzano, due di Tagliacozzo e una di Celano.