La regione Abruzzo, come tutta Italia, ha visto un incremento di casi di celiachia negli ultimi anni. Si parla di più di 5000 abruzzesi su oltre 200 mila italiani che, per motivi di salute, si vedono obbligati a rinunciare al glutine e a seguire un’alimentazione rigorosamente senza i tanto amati pane, pasta, pizza, tra gli altri.
Le donne sono le più colpite, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. Questi sono i più recenti dati (riferiti al 2017) sulla celiachia riportati dalla relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento. I numeri sono superiori a quelli del 2016 e, solo in Abruzzo, i nuovi casi in un anno sono oltre 1000.
Le regioni con più casi di celiachia sono la Lombardia e il Lazio, mentre in Valle d’Aosta e in Molise c’è una minor incidenza di questa malattia. La celiachia è considerata dallo Stato una malattia cronica invalidante e, come tale, viene garantita l’esenzione per le prestazioni sanitarie e per i cibi ‘gluten free’ a tutti coloro che ricevono una diagnosi certa.
La celiachia, chiamata a volte anche malattia celiaca, è una reazione immunitaria al glutine, una proteina presente principalmente nel grano, nell’orzo e nella segale. Si sviluppa a causa di 2 fattori, ossia una predisposizione genetica e il contatto ripetuto con il glutine tramite l’alimentazione (e non solo).
Chi è celiaco, quando mangia glutine scatena una risposta immunitaria nell’intestino tenue. Questa risposta con il passare del tempo danneggia l’intestino stesso che inizia ad avere difficoltà ad assorbire alcuni nutrienti (malassorbimento). Appaiono inoltre sintomi come affaticamento, diarrea, perdita di peso, anemia e, se non si interviene, possono esserci anche serie conseguenze.
I sintomi e i rischi della celiachia sono molteplici e cambiano a seconda del soggetto che si ammala. I più comuni sono anemia, osteoporosi, eruzioni cutanee pruriginose, piaghe nella bocca, mal di testa e stanchezza, dolore alle articolazioni, reflusso, ecc…
Al momento, non esiste cura per la malattia celiaca. Il primo approccio utile da adottare è l’esclusione di qualsiasi tipo di glutine dalla propria alimentazione. È indispensabile essere rigorosi, in quanto l’intestino per risanarsi ha bisogno di molto tempo. A volte è necessario introdurre nella propria quotidianità integratori di vitamina D per l’osteoporosi, così come anche dei probiotici per rinforzare l’intestino indebolito dalla malattia.
Per chi si trova a dover smettere all’improvviso di mangiare glutine, i cibi gluten free sono ovviamente una salvezza. Attenzione però a non abusarne perché spesso hanno una lunga lista di ingredienti tra cui si potrebbero nascondere altri composti irritanti per l’intestino. Non è quasi mai consigliata una dieta fai da te, soprattutto per i bambini, visto che potrebbero altrimenti verificarsi delle carenze in una situazione già squilibrata di partenza.
È possibile che la dieta senza glutine non dia i miglioramenti sperati. Questa condizione, nota come celiachia che non risponde ai trattamenti, può essere dovuta all’uso di alimenti che sono contaminati dal glutine.
Altre volte però i celiaci possono non migliorare nei sintomi perché hanno altre condizioni portate dall’indebolimento delle difese immunitarie, come una proliferazione batterica, disfunzioni pancreatiche, intolleranze ad altri alimenti, ecc… Anche per questo motivo è necessario essere seguiti da uno specialista che può, in base alla reazione dell’organismo, trovare la migliore strada da seguire per chi soffre di questa malattia sempre più frequente.