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Celano, il candidato Tomassetti: “La politica cancelli il nichilismo dei giovani e li accompagni a prendersi il futuro!”

Francesca Salvati di Francesca Salvati
14 Settembre 2020
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©2019  V2.5  Fernando Cerrone 
Post-Produzione effettuata
con azioni per Photoshop 
realizzate da Fernando Cerrone

©2019 V2.5 Fernando Cerrone Post-Produzione effettuata con azioni per Photoshop realizzate da Fernando Cerrone

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Celano. “Creare spazi e ambienti dedicati allo studio, alla crescita umana e alla condivisione tra giovani, un qualcosa che a Celano manca ormai da decenni e che gli stessi giovani chiedono. Attraverso una programmazione concreta e redatta da persone competenti, lavorare per mettere da parte un budget da dedicare a eventi culturali dedicati ai ragazzi, che possa gravitare intorno al mondo dei videogames, alla musica di tutti i generi, fino al confronto con personaggi del mondo della cultura. Come ad esempio il filosofo Umberto  Galimberti, tante volte chiamato in pubblico proprio a dialogare con i giovani tanto che ha scritto un libro, ‘L’ospite inquietante, dedicato proprio ai temi dei giovani e al nichilismo, che si nasconde dietro a tante insidie delle nuove generazioni”.
Queste le parole di Guido Tomassetti, candidato nella lista civica “Per Celano”, a sostegno del candidato sindaco Gesualdo Ranalletta. Già in diverse occasioni, durante i comizi elettorali nei quartieri, Tomassetti ha lanciato dei messaggi direttamente ai giovani celanesi.
In attesa dell’incontro di questa sera (lunedì 14 settembre), alle 18, Dietro Castello, al locale “Il Baretto” dove è stato organizzato un appuntamento proprio per dialogare con loro, che sono il futuro della città, offre delle riflessioni per invitare quante più persone possibili all’evento.

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“Spesso per gli adulti i giovani sono casinari, maleducati, ipnotizzati dai telefoni. A volte sono drogati. In parte è anche vero. Per i giovani gli adulti sono distanti, vecchi, incapaci di comprenderli. E anche questo in parte è vero”, dice Tomassetti, “proviamo però ad analizzare i motivi per cui c’è questa enorme distanza tra giovani e adulti: negli ultimi 15 anni il mondo è cambiato più che negli ultimi 2000 anni. Viviamo in tempi in cui ci si chiede di correre, di essere produttivi, di fare a spallate con quelli che fino a ieri erano i nostri compagni di scuola. Dobbiamo fare soldi, dobbiamo fare carriera e soprattutto dobbiamo soddisfare le aspettative dei genitori. Viviamo con l’illusione di poter fare la
stessa loro vita senza che nessuno ci dica però che è impossibile. Il mondo del lavoro è completamente cambiato: se prima in fabbrica c’era bisogno di 100 operai oggi con i macchinari che li sostituiscono ne bastano al massimo cinque. La stessa cosa accade negli uffici e in quasi tutti i settori lavorativi che sono quelli, invece, che hanno fatto la fortuna
della generazione precedente. Il posto fisso praticamente non esiste più e ci si sposta da un lavoro a un altro di continuo”.

“Ci troviamo in una fase dove il mondo è completamente cambiato”, va avanti il candidato consigliere, “ma essendo i giovani fuori da qualsiasi organo decisionale, non siamo riusciti a cogliere in tempo questi cambiamenti. Oggi più che mai bisognerebbe riscoprire l’importanza della comunità, della condivisione, bisognerebbe tornare a pensare che non si può essere felici se non lo è anche l’altro. Siamo invece tutti i giorni in guerra, tutti contro tutti. In una società egoistica come la nostra, dove sei in qualche modo portato a pensare solo al tuo orto, viene meno tutto ciò che riguarda la nostra emotività, le nostre emozioni. Viene meno l’uomo. E allora ci ritroviamo generazioni di giovani malate, soffriamo di ansia, di attacchi di panico, prendiamo farmaci e psicofarmaci, non dormiamo senza
assumere una qualsiasi droga”. “Tutto questo contornato da un livello culturale che non fa altro che confonderci ancora di più”, conclude Tomassetti, “inseguiamo stili di vita di personaggi con le tasche piene e il cervello vuoto, ammiriamo qualcuno solo perché ‘ha’ e non perché ‘è’. È ovvio che poi i giovani stanno male. E quello che più di tutto è causa di questa immobilità è la percezione che nulla possa cambiare. Noi crediamo che non è più il momento di puntare il dito verso i giovani ma è quello di aprire la mano, prenderli per mano e aiutarli a prendersi il futuro”.

Le proposte di Tomassetti sono:  “Per prima cosa abbiamo pensato sia necessaria una forte sensibilizzazione della comunità a questi problemi, informare le famiglie e i giovani stessi per poi offrire loro la possibilità di confrontarsi e consultarsi con esperti del posto, tramite delle convenzioni che stiamo già valutando. Vogliamo organizzare eventi con esperti di fama nazionale, come ad esempio il filosofo Galimberti. Vogliamo dare ai giovani e a tutta la comunità celanese una programmazione culturale degna di questo nome, che aiuti a prendere coscienza perché la cultura e l’arte questo fanno, ti rendono vivo, ti fanno capire quanto forte può essere una penna o una melodia o
un dipinto. Vogliamo creare spazi e ambienti dedicati allo studio, alla crescita umana e alla condivisione. Stiamo studiando un modo per dedicare ai giovani parte del budget dedicato agli eventi culturali in modo da avvicinarci a quello che è il loro mondo che comprende i videogame, gli youtubers e i nuovi generi musicali, tipi di eventi che porterebbero migliaia di persone nella nostra Celano. Noi vogliamo ricucire il rapporto con i giovani, crediamo veramente che nessuno più di loro possa capire dove sta andando il mondo e dal nostro piccolo, cercheremo di ascoltarli e di coinvolgerli. Ma come dico sempre, voi per primi dovete avere un piccolo slancio di orgoglio e iniziare
a dire la vostra perché come canta Giorgio Gaber: ‘l’unico modo per essere liberi è quello di partecipare’.” conclude Tomassetti.

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