Carsoli. Continuano ad essere accesi i riflettori sulla frazione più piccola di Carsoli: Montesabinese. Il piccolissimo ma suggestivo borgo con soli 9 residenti è improvvisamente balzato alla ribalta delle cronache nazionali. Come noto, tutto nasce dalle reazioni di alcuni residenti della piccola realtà immersa nei verdi boschi del carseolano rispetto ad un impianto di videosorveglianza installato su diverse facciate di abitazioni. Il grande fratello abruzzese è quindi approdato alla trasmissione “Le Iene” con un servizio di Luigi Pelazza andato in onda recentemente.
I residenti hanno alzato la voce mediatica proprio perchè si ritenevano inascoltati da tempo dalle istituzioni. Il diverbio nasce con un agente di Polizia accusato di aver installato l’impianto e di gestirne i contenuti. Ma l’agente si difende dalle accuse. E’ notizia recente che dopo la trasmissione la Procura di Avezzano abbia avviato una doppia indagine. Una per accertare se l’agente avesse violato la privacy con l’installazione delle telecamere.
L’agente , per mezzo del suo legale l’avvocato Gianfranco Restaino, ha fatto sapere alla redazione di Italia 1 quanto segue: “quelle telecamere erano state installate su richiesta formale di gran parte degli abitanti di Montesabinese, per ragioni di sicurezza. Sindaco e proprietari delle abitazioni ne erano a conoscenza. Gli abitanti erano sollevati dal fatto che fossero state installate delle videocamere perché spesso si trovavano la casa svaligiata. Per loro era una forma di sicurezza e di garanzia”.
L’altro filone di indagine non riguarda le telecamere, ma come noto gli aspetti sanzionatori. I residenti a gran voce hanno fatto notare le multe a loro comminate dall’agente, sulle quali sono stati presentati ricorsi però rigettati dalla Prefettura e non vi sarebbe alcun abuso d’ufficio nel merito.
“Poi alla fine durante la trasmissione – afferma la redazione di Mediaset in una nota stampa – a collaborare con la Iena è solo il sindaco, che nonostante parecchie resistenze della municipale riesce a far multare quelle auto e le fa rimuovere con il carroattrezzi. Una rimozione – conclude la nota – che però ha provocato l’intervento della Procura di Avezzano, che sta valutando anche la correttezza dell’operato del primo cittadino”.