Carsoli. La ormai imminente apertura dell’edificio scolastico di Via Genova, è motivo di particolare attenzione e discussione. E cosi’ dopo le dichiarazioni autoreferenziali di qualche “ex” su questo argomento arriva l’acqua ramata del Parroco di Carsoli. Don Enzo Massotti in una nota pubblicata da cittalcentronline, ha voluto ben chiarire tutti gli aspetti relativi all’utilizzo dell’immobile che attualmente è stato consegnato alla Scuola Materna Statale, ma che in passato ha ospitato
per oltre cento anni le Suore di S. Anna con l’Asilo “Regina Elena”. Il Parroco si è rivolto dunque all’intera comunita’ ed ha spiegato testualmente in alcuni passaggi come stanno realmente le cose entrando come parte in causa in questa vicenda legata alla scuola dell’infanzia di via Genova. Ha voluto precisare tutto’ cio’ per dare voce alla verità in relazione al recente articolo pubblicato anche su queste colonne dal titolo “Carsoli consegnate le chiavi dell’Istituto di via
genova, l’iter iniziato nel 2006 dalla giunta Lauri”. Riportiamo di seguito i passaggi fondamentali della nota. “Il nuovo edificio scolastico, – si legge nella nota – che rimane oggettivamente un’opera pubblica di rilievo, ha alle spalle una storia triste e travagliata. Nel 2006 le suore di S. Anna non si trasferirono di loro spontanea volontà, ma per un atto d’impero dell’Amministrazione Lauri furono costrette a lasciare l’edificio e il parroco pro-tempore, d. Claide Berardi, accolse l’asilo nella struttura parrocchiale, pur di non perdere le suore e per il bene dei bambini. Così le suore, presenti a Carsoli dal 1909, si ritrovarono senza una abitazione, dovendo ricorrere poi ad una sistemazione in affitto. Il sindaco Lauri,
tuttavia, sottoscrisse un impegno formale nel quale si attestava che il nuovo edificio scolastico sarebbe stato riconsegnato alla gestione delle suore, nella linea della continuità educativa. Avvicendatasi una nuova Amministrazione, l’impegno fu salvaguardato e nel marzo del 2009, il sindaco Mario Mazzetti, pose simbolicamente la prima pietra della nuova scuola, con inciso 1909-2009 GRAZIE proprio per sottolineare la destinazione a favore di coloro che da cento anni operavano alacremente in paese. In quell’occasione, dove la partecipazione della comunità fu massiccia, il sindaco sottolineò il ruolo sociale dell’asilo “Regina Elena” e non solo religioso ed educativo: luogo di sostegno ai diseredati della guerra, luogo di assistenza, di gioco…e così via. Un servizio che le suore hanno modellato nel tempo secondo i cambiamenti della società, ma che non hanno mai interrotto. Poi, ahimè, nel 2010 sono emersi i primi “se” e “ma”. In un colloquio personale tra il
sottoscritto e il sindaco, per di più dinanzi all’altare!, il Dott. Mazzetti garantì l’assegnazione del nuovo edificio alle suore ma senza l’abitazione. La Parrocchia ( ossia parroco e famiglie) ha provveduto a trovare un alloggio sacrificando spazi destinati all’oratorio. Negli anni successivi,l’Amministrazione Mazzetti ha più volte modificato la propria versione: assegnazione condivisa con l’infanzia comunale, assegnazione in cambio di una mensa caritas, assegnazione con
affitto annuo di ventunomila euro, fino a giungere all’offerta di uno scambio: la scuola dell’infanzia comunale sarebbe andata nella nuova struttura di Via Genova e il “Regina Elena” in Via Mazzini. Questi anni – prosegue – sono stati uno stillicidio di promesse, ritrattazioni, meschinità, annullamento del valore di atti scritti. Ma ciò che ci ha maggiormente amareggiato è stato il comportamento di molte persone che reputavamo serie e nostre collaboratrici, mentre hanno preferito ignorare il bene ricevuto, dimentichi che in quell’asilo delle suore hanno mangiato, visto un film per la prima volta, hanno ricevuto cure e molto più. Mi torna in mente il passo della Scrittura che dice: l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli
animali che periscono. Altre persone, invece, additate come ideologicamente ostili, hanno condiviso con onestà e franchezza le loro opinioni, e pur distanti dalle nostre sono state coerenti e sincere. Per questo sento il dovere di ringraziarle, unitamente a tutte quelle famiglie che hanno abbracciato con passione e fedeltà questa causa. Poi, nel momento di massimo attrito, nell’inverno del 2011, la Parrocchia e le suore hanno preferito accettare la proposta di un trasferimento in Via Mazzini, onde evitare una spaccatura nella comunità, ma soprattutto per il bene dei bambini. Perché i bambini sono tutti uguali! Mi chiedo perché i politici succedutisi in questi anni non abbiano rivelato fin dall’inizio l’intento reale: dare a
Carsoli una grande struttura pubblica. Poiché la questione non tocca l’edificio ma il modo di gestire la vicenda, avremmo evitato tante amarezze, umiliazioni e falsità. Forse era elettoralmente più conveniente tergiversare, ma la dignità dei responsabili è venuta meno agli occhi della storia! Mi chiedo anche perché mai la cittadinanza di Carsoli abbia facilmente dimenticato il suo passato, in nome di più facili convenienze. A mio avviso, nessuna Amministrazione può arrogarsi il merito integrale del nuovo edificio scolastico, perché esso porta l’impronta della menzogna. E mentre l’asilo “Regina Elena” attende – conclude – una collocazione definitiva, dal più profondo del cuore auguro ad ogni bambino, qualunque sia il suo credo, di godere anni felici in Via Genova.”