Avezzano. Il presidente di Confcommercio Giuliano Montaldi lancia l’allarme sulla crisi del mondo del commercio ad Avezzano. La tanto attesa ripresa post pandemica in realtà non c’è stata e tra aumenti di costi di produzione, incremento delle bollette e crisi il mondo del commercio in città è messo a dura prova.
Questa la fotografia negativa, tracciata dal presidente Montaldi, di quello che sta accadendo. Decine di commercianti in ginocchi e decine di posti di lavoro a rischio.
“Ogni giorno in associazione ci sono richieste di aiuto da parte degli esercenti. La crisi si sta avvitando sempre di più e non si vede una via d’uscita”, ha commentato il presidente Montaldi, “la ripresa forse sta altrove ma non qui dove le attività sono sempre più in difficoltà. Abbiamo convocato di recente un incontro in associazione per fare il punto della situazione e lo scenario è davvero drammatico”. Mentre durante la fase pandemica ci sono stati aiuti e sostegni per le attività chiuse temporaneamente, ora con il costo delle bollette triplicate e gli acquisti ridotti al minimo in molti sono in difficoltà.
“In Confcommercio arrivano decine di telefonate al giorno di commercianti che chiedono se ci sono contributi o sostegni da parte del Governo”, ha continuato Montaldi, “purtroppo nella fase pandemica qualche aiuto c’è stato, ma ora non c’è niente. Anzi la situazione va via via peggiorando anche a causa degli aumenti dei prodotti, della stagione claudicante che non riesce a decollare e della città che non turistica non attrae e degli acquisti che calano sempre di più”. A rischio secondo il presidente di Confcommercio Avezzano sono ora le piccole imprese che gestiscono le attività commerciali in città e poi i posti di lavoro di decine e decine di persone impiegate nel settore.
“Qui va chiarito un concetto molto semplice”, ha affermato il presidente dell’associazione di categoria, “la delinquenza in questa città non esiste, esiste però la crisi che sta praticamente distruggendo un intero tessuto sociale. Avezzano è fatta da tante micro aziende familiari che hanno cercato di stringere la cinghia fino a quando hanno potuto cercando di andare avanti senza però indebitarsi. Ora la situazione è arrivata al limite. Molti imprenditori stanno mettendo mano alle riserve familiari per poter tirare avanti e altrettanti stanno rinunciando a pagare le tasse perché non ce la fanno. Il dramma è che a breve tanti saranno costretti anche a licenziare gli addetti alle vendite e i collaboratori perché non riescono a pagargli lo stipendio. È inutile ribadire come sempre che i ristoranti sono pieni, perché anche chi opera nella ristorazione lavora solo nel fine settimana, mentre i restanti giorni sta fermo. Ormai le aree interne che non usufruiscono del flusso turistico sono a pezzi e non si vede una strada per risolvere i tanti problemi che ci sono”.