Provo vergogna per tutti coloro che giustificano Putin o la sua strage.
Provo vergogna per loro, per il genere umano.
Mi arrendo alla cattiveria dell’uomo, non a quella di Putin, ma a quella di chi giustifica l’orrore e il dolore con paradigmi geopolitici, complottisti o con qualunque altra giustificazione. O solo perché altri leader Usa fecero lo stesso.
Perché la guerra non può essere mai giustificata, da qualunque prospettiva la si osservi. Perché il sangue ha lo stesso colore per tutti, per chi lo guarda da Est e per chi lo guarda da Ovest.
Credo che non ci siano parole che possano convincere queste persone filo-russe, filo-morte, se neanche la guerra riesce a farlo.
E credo che alcune di queste persone non comprenderebbero la follia della guerra nemmeno se a essere colpita da un razzo fosse la loro casa con i propri figli dentro.
Darebbero la colpa forse alla Von der Leyen, o a Biden, Obama o chissà a chi.
Perché il loro odio può essere fermato solo dall’amore, amore che forse manca in questo pazzo mondo. Solo l’amore può mettere in ridicolo l’orrore della nostra cattiveria.
Nella guerra riusciamo a scatenare l’odio, l’odio dell’umanità, il marciume dei nostri sentimenti.
Non si può giustificare questo odio, con nessun teorema.
D’altronde lo stesso odio fu riversato su Gesù, che non aveva fatto alcun male, anzi.
Aveva solo amato, guarito e perdonato.
Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”.
E Pilato: “Ma che male ha fatto?”.
Essi allora urlarono più forte: “Crocifiggilo lo stesso”.