Avezzano. E’ finito sotto processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Si tratta di un imprenditore di Avezzano, G.C., che ieri mattina è comparso davanti al collegio del tribunale presieduto dal giudice Zaira Secchi. I fatti risalgono a circa 12 anni fa e secondo la difesa già in sede civile tutta la vicenda è stata sanata da tempo, nel 2009.
Secondo l’accusa, nei panni di amministratore di una società del posto dichiarata fallita con una sentenza emessa dal tribunale di Avezzano avrebbe distratto, a favore di una seconda società di cui era socio di maggioranza e dal 2009 anche amministratore unico, una somma di 77mila euro a pochi mesi dalla sua Costituzione sulla base di una fattura emessa per lavori in subappalto, definiti dalla procura “fittizi”, effettuati da tale società per contro dell’azienda fallita.
Lavori che, secondo la procura, erano già subappaltati a una società di costruzioni per un importo di 67mila euro. Secondo l’inchiesta, avviata dal sostituto procuratore Roberto Savelli, l’imprenditore avrebbe anche distratto a suo favore una macchina, e una seconda somma di denaro, 24mila euro a titolo di restituzione di un finanziamento dei soci.
Denaro, che secondo la tesi accusatoria, non sarebbe giustificato da alcuna delibera di assemblea dei soci. Infine avrebbe distratto a favore di tre persone, sempre secondo la procura di Avezzano, una somma complessiva di 82mila euro sulla base di pagamenti definiti “fittizi in quanto non effettuati” e “privi di riscontro contabile”. Tutto ciò, sempre secondo l’accusa, con l’aggravante di avere causato alla società un danno ingente sottraendo beni e denaro per un totale di 186mila euro.
Situazione già sanata in sede civile, secondo la tesi difensiva che è convinta come sarà chiarita anche in sede penale. Infatti tutti i passaggi legati ai movimenti economici contestati, sono stati chiariti o sanati già da tempo. Nel 2009, infatti, il processo civile ha portato a una positiva definizione della vicenda con l’appianamento di tutte le somme menzionate nei capi d’accusa, addirittura con un attivo finale.