L’Aquila. La CISL FP unitamente alla CISL d’Abruzzo con la presente nota intende riconfermare gli accordi intercorsi nella riunione dello scorso 30 gennaio tra le parti in indirizzo e CGIL CISL e UIL Confederali e di Categoria sui tagli previsti dal decreto nella sanità privata. Nello specifico viene ribadita le necessità che la Regione Abruzzo, così come convenuto in sede di incontro, per quanto di sua competenza, si impegni affinchè il Governo emani un provvedimento per modificare le modalità di contabilizzazione della fatturazione consuntivata dalle cliniche private nell’anno 2011 oggetto di taglio ai sensi della legge citata. Nello specifico come OO.SS. abbiamo preso atto della posizione della Regione Abruzzo che si è dichiarata favorevole ad una rivisitazione delle modalità di calcolo del taglio alla luce degli oggettivi accadimenti che ha visto in quegli anni fallire 2 cliniche private ed 1 disastrata a seguito del drammatico terremoto che ha colpito la nostra Regione nel 2009. La conseguenza naturale è stata che le 3 cliniche non hanno prodotto fatturazione nel 2011 per causa di forza maggiore ma, ciononostante prese come riferimento ai fini del computo totale. La pratica conseguenza ha determinato una diminuzione dei budget di circa il 10% al posto dello 0.5% previsto dal DL 95/2012. Ciò mette realmente a rischio livelli occupazionali ed erogazione dei servizi sanitari. La Cisl ritiene, come abbiamo avuto modo di affermare nel corso dell’incontro che l’Abruzzo non può vedersi penalizzata per aver operato nella direzione del risanamento della sanità regionale, per questo pur comprendendo che la Regione non può venir meno alle scadenze stabilite dalla legge, ma nel contempo non può subire passivamente un provvedimento penalizzante. A tal fine diventa di fondamentale importanza un intervento da parte della Regione Abruzzo nei confronti del Governo, per trovare una soluzione percorribile.Contestualmente la CISL Abruzzo conferma il suo impegno ad attivare le proprie strutture nazionali al fine di sensibilizzare sul problema il Ministero della Salute.