Era una notte senza confini, una storia di luce e di paura che dondolava sul piano di mezzanotte; “don, don, don”… il canto frenetico del vento stimolava l’aria, congelandola. Il cuore solcava la fantasia, come una magia, nella notte stanca e debole, un sogno cresceva. Neve bianca e candida giaceva alta e pura nella sua soffice semplicità. L’aria era gelida e la luna bianchissima. Un posto freddo e dolce, in mezzo a dodici rocce a nido una candida coperta ammassata in un prato dolce e morbido. Un canto di bambino solcava la fantasia della gente nascosta nella notte, vacillando nel cuore dell’ oscurità. Tra le dodici rocce un bambino si lasciava andare nella notte mentre in cielo le anime luminose solcavano ogni pensiero. La vocina dolce e morbida di un bambino che non sapeva di essere il salvatore del mondo. Saliva sempre più la voglia di ascoltar il suon del vento. Da quel giorno santo passò un anno un anno di paura e di solitudine ma un nuovo sorger del sole, così il piccolo poté capire tutto quello che succedeva. Così la famiglia del piccolo lo guardava e Lui rideva … Maria, la madre, era di Avezzano; aveva un abito lungo quasi nuovo. Il padre si chiamava Giuseppe e veniva da Massa D’Albe; era un pastorello dolce e deciso; indossava un pantalone scuro come la pece ed una camicia bianca un po’ sporca. Il piccolo lo chiamarono Gesù … ora ha un anno e vive nella piana del Fucino. E’ avvolto da una copertina dalla quale spunta il suo visino dolcissimo. Ha gli occhi azzurri come il cielo dove le nubi paiono onde e la luna è una barca che naviga tra le stelle, i capelli castani come il colore di un orsetto di peluche. Un giorno, divenuto adulto, alcune persone andarono a trovare il Messia e dissero: “ Gesù … noi non abbiamo casa; aiuta me e la mia famiglia. I miei figli fumano e si drogano; non hanno un lavoro poiché nella Marsica tutte le fabbriche stanno chiudendo, e purtroppo sono caduti anche nel vizio del gioco d’azzardo …” e ancora … “caro Gesù io ho poco da offrirti; ecco per te ho un vasetto di marmellata fatto in casa … accettalo come un dono del cielo”. Gesù lo prese e sorrise al buon padre e gli rispose: “non perdere la speranza e prega il Signore che in questo splendido posto possa rinascere la vita per tutti con un lavoro che permetta di vivere dignitosamente e che per i più giovani nascano nuovi musei, biblioteche, centri ricreativi che li tengano fuori dalla delinquenza per poi formare a loro volta una nuova famiglia” .
Angelica Torti, classe V A, scuola Vivenza Giovanni XXIII di Avezzano