Avezzano. Si è svolto nella Sala A.Picchi, ex ARSSA, il secondo appuntamento organizzato dal PD di Avezzano sul Referendum Costituzionale alla presenza del Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio, il Segretario Regionale Marco Rapino, il Segretario Provinciale Mario Mazzetti e due eminenti professori universitari dell’Aquila e di Teramo. A spiegare nel dettaglio la rforma due brillanti professori universitari: Fabrizio Politi, docente di Diritto Costituzionale della Facoltà di Economia dell’L’Aquila, e Romano Orrù, docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Teramo. Lo scorso 30 Settembre, all’interno del Parco Torlonia, c’è stata una vera e propria “Lectio Magistralis” da parte di queste due grandi personalità che hanno, in parole semplici e dirette, dipanato ogni dubbio agli astanti la conferenza. Quattro i punti nevralgici su cui si é posto l’accento. Il Senato, che cesserebbe di essere un duplicato del Parlamento e verrebbe ridotto di numero con notevoli benefici economici (risparmio di oltre 400 mil di Euro e relativi Vitalizi). I Referendum abrogativi, che potranno avere un Quorum pari alla percentuale dei votanti alle ultime Elezioni Politiche se venissero raccolte 800mila firme, arricchiti dell’introduzione dei refendum propositivi su cui il Governo è obbligato a pronunciarsi. Il CNEL e le Province, che verrebbero soppresse come richiesto a gran voce dagli Italiani. Infine gli emolumenti dei futuri Senatori, che non potranno superare quelli attribuiti ai Sindaci dei Capoluoghi di Regione, perchè anche la politica deve adeguarsi alla Spending Review. “Quattro cambiamenti sostanziali che vedono il Senato, finalmente, con il ruolo di rappresentanza territoriale e non di zavorra dell’iter legislativo. I referendum, questa volta, potrebbero vedere raggiunto il Quorum e non essere quindi solo un mero illusorio esercizio di democrazia come siamo abituati a vederli da qualche anno. Infine si mette mano all’ eliminazione di Enti inutili e alle limitazioni\riduzioni di stipendi di quelle entità che nel nostro immaginario sono considerati solo parassiti. Un dibattito snello che ha visto analizzare vari punti, anche storici, dell’attuale Costituzione, che è nata dalla preoccupazione di non far prevalere una parte politica sull’altra e che di fatto non permette a nessuno di governare. L’anacrotistica richiesta di lasciarla immutata è stata più volte condannata così come le svariate bufale, che in questi giorni si susseguono sulle testate di giornali e telegiornali da parte di chi, preoccupato solo di danneggiare il governo, si prende licenze sulla natura della riforma e indica i primi articoli (Diritti e Doveri) come lesi dai cambiamenti”.