Avezzano. Il dipinto del Fucino che vi proponiamo oggi è conservato nel museo delle arti di Budapest, misura 31 centimetri di altezza per 58 di lunghezza, ed è un’opera realizzata nel 1795 dal pittore italiano Alessandro D’Anna.
D’Anna, figlio d’arte, amava dipingere vedute di paesaggi italiani, spesso partenopei, ed usava particolare attenzione nel raffigurare i costumi dell’epoca. In questo dipinto D’Anna ha immortalato il Fucino con alcuni particolari mai visti prima, come ad esempio gli alberi che fuoriescono dall’acqua del lago sulla sponda sinistra del bacino lacustre. Questo dettaglio, che ai più potrebbe non dire nulla, si sposa invece alla perfezione con i ritrovamenti avvenuti a Celano nel 1984, dove gli scavi hanno riportato alla luce un intero villaggio palafitticolo sorto sulle rive del Fucino, risalente a circa 3600 anni fa. Proseguendo sulle rive del lago, infatti, è ben visibile Celano, arroccata sotto i monti Serra e Sirente.
In fondo sulla destra è riconoscibilissima l’isola di Ortucchio, con sopra la sua struttura fortificata, mentre proseguendo si arriva all’inconfondibile golfo di Luco dei Marsi, con la vegetazione più fitta tipica del bosco sacro di Angizia. Sul bordo più vicino del lago si possono invece notare i contadini nei loro tipici e variopinti costumi abruzzesi, che fanno avanti e indietro tra le distese di terre coltivate, che si estendono tra Avezzano e le colline di Alba Fucens, fino all’odierna San Pelino.
Al centro della scena sono state rappresentate numerose barche di pescatori, che solcano le placide acque del Fucino, all’epoca il terzo lago più grande d’Italia. Il colore delle acque, che come ci ricorda Virgilio erano talmente limpide da sembrare vitree, è di un bellissimo celeste, che colpisce per la sua luminosità tutta particolare, raramente vista prima in un dipinto raffigurante il Fucino. Questo potrebbe essere merito della tecnica di pittura utilizzata dal pittore D’Anna, che amava dipingere guazzo su carta. La tecnica, più conosciuta in francese con il nome di gouache, è famosa proprio perché fa risultare il colore a tempera più luminoso e coprente del normale, grazie al miscuglio della tempera con pigmento bianco e gomma arabica.
Si ringrazia Lamberto Ciofani per la segnalazione.