Avezzano. Il contesto salottiero e familiare del salone di via Palermo, ospita già da qualche giorno e fino al 2 Gennaio, alcune tra le più grandi opere del grande Renzo Vespignani, pittore, illustratore e scenografo realista romano, classe 1924.
Presente all’inaugurazione della mostra che si è tenuta sabato scorso, Ottaviano Del Turco, grande amico del pittore e testimone di alcune opere esposte, tra cui “La famija poverella”, che raffigura una scena familiare in cui compare la stessa figlia dell’autore, tratta da una famosa poesia del 1835 del Gioachino Belli da cui riprende il titolo ed in cui si descrive una scena di grande povertà.
“Qui da Carmine sembra di essere attori di un’opera teatrale”, ha commentato Del Turco, osservando compiaciuto la scenografia circostante composta dal noto barbiere in azione ed il suo cliente quasi in posa tra i quadri che sembrano interagire con i soggetti presenti. Un vero e proprio “Happening” artistico. Qualcosa che avviene nello stesso momento in cui si osserva, a cui partecipano paritariamente l’artista, lo spettatore e gli oggetti di scena.
Numerosi i quadri che Carmine è riuscito a reperire contattando ben quattro collezionisti romani.
Tra questi citiamo un nudo della moglie di Vespignani, quadro di dimensioni notevoli che raffigura il busto della donna, e alcuni scorci delle città di Roma e New York, eseguiti a mano libera con la precisione di un architetto.
Molte altre ancora le opere di grandissimo valore storico e artistico dell’autore, che dallo stesso Ottaviano Del Turco è stato definito “uno dei più grandi grafici del secolo scorso”, da scoprire presso la Barber Gallery.
I quadri, quasi incastonati alle pareti, si fondono con i presenti mescolandosi alle parole di Carmine mentre spiega al pubblico in visita ogni piccolo particolare, con la passione ed il trasporto di un professore di storia dell’arte. Le persone ascoltano, aspettando il loro turno. Tante le domande dei presenti, segno che il suo impegno e la sua premura stanno avendo buon seguito.
Un piacevole spazio non convenzionale nel tessuto urbano, entro il quale l’arte irrompe con caratteri di improvvisazione, che sorprende clienti e non, tra il viavai di giovani barbuti e curiosi di ogni età.
Un regalo che Carmine Di Pietro fa al pubblico, offrendo un’esclusiva possibilità che la Marsica non avrebbe avuto modo di fruire altrimenti, per vivere l’arte non più separata dalla vita ma come una combinazione indistinta di cultura e quotidiano, veicolo portatore di valori sociali alternativi, a disposizione di tutti. @Vale_Visconti