Capistrello. Si terrà sabato 19 maggio, alle 15, presso il ristorante “La Villetta”, la presentazione della quarta edizione del Premio di giornalismo d’inchiesta “Franco Giustolisi-Giustizia e verità” che quest’anno il Comune di Capistrello si fregia di ospitare. Istituito nel 2015 con il patrocinio del Presidente del Senato, il Premio attraversa, di anno in anno, i luoghi che hanno visto le proprie comunità massacrate dalla barbarie nazifascista. Un itinerario ideale, attraverso il Paese, per dare voce a tutti i superstiti. Ogni anno, con il compito di selezionare i lavori che concorrono, viene istituita un’apposita commissione. Di questa hanno fatto parte, nelle diverse edizioni, i più grandi nomi del giornalismo italiano: tra gli altri Enrico Mentana, Roberto Martinelli, Bruno Manfellotto e Virginia Piccolillo.
In occasione della presentazione, è previsto il convegno “I trentatré martiri di Capistrello e l’Armadio della Vergogna: cinquant’anni di verità nascoste”. Un momento di riflessione sulla figura e l’impegno di Franco Giustolisi, tra i più grandi rappresentanti del giornalismo d’inchiesta, che nel 1994 portò alla luce il cosiddetto “Armadio della vergogna”: un mobile dismesso, adagiato nella Procura Militare di Roma con le ante rivolte verso il muro, in cui erano contenuti i fascicoli riguardanti le stragi commesse dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Tra questi anche quelli relativi all’eccidio dei 33 martiri di Capistrello.
E’ per queste 33 vittime innocenti, e per l’impegno profuso da Franco Giustolisi nel cercare di fare luce sulla vicenda, che Capistrello ospiterà l’edizione 2018 del prestigioso premio che porta il suo nome. Lo farà in qualità di Comune capofila dell’associazione “I trentatré martiri di Capistrello”, insieme ai Comuni di Avezzano, Luco dei Marsi, Canistro, Civitella Roveto, Balsorano, Trasacco, San Vincenzo Valle Roveto, all’ANPI Marsica e ai parenti dei 33 civili.
“Ospitare la quarta edizione del Premio Giustolisi – ha affermato il sindaco Franco Ciciotti – ci riempie d’orgoglio. Il suo impegno nel cercare di far luce su quella che è stata una della pagine più buie della nostra storia deve essere d’esempio per tutti noi. Abbiamo il dovere morale di tramandare alle generazioni future l’importanza della memoria storica affinché simili barbarie non si ripetano più”.