L’euro, si può dire, è arrivato a quella che sembra la resa dei conti. La crisi greca è arrivata a un punto di non ritorno, con un accordo che sembra ormai lontano e la prospettiva di una soluzione “indolore” che pare svanita nel nulla. Se la Grecia arrivasse al default, cosa che con un accordo così lontano sembra ormai alle porte, le ricadute sui creditori potrebbero essere pesanti. E molti analisti sostengono che tra i creditori principali della Grecia – ovvero Germania, Francia e Italia – noi siamo quelli più esposti, perché abbiamo un’economia che arranca e un debito pubblico estremamente alto.
È difficile prevedere quello che accadrà nei prossimi giorni. Il governo di Tsipras potrebbe cadere, e a quel punto la Grecia sarebbe probabilmente affidata alle mani di un governo tecnico di sicura tendenza filo-troika. Il debito greco, che lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha definito insostenibile, non sarebbe ristrutturato e la popolazione – già impoverita – dovrebbe continuare ad assorbire le dolorose ricette economiche provenienti dall’Unione Europea. Se il governo invece dovesse reggere, si dovrebbe procedere a una ristrutturazione del debito, con ripercussioni sui creditori che è difficile quantificare.
Nel frattempo, però, l’euro si sta indebolendo nei confronti del dollaro, e questo al momento è un vantaggio per le nostre esportazioni. Il mercato interno europeo è soffocato dalla crisi ormai da anni, ma le esportazioni continuano a tirare e potrebbero essere ancora incentivate da una debolezza dell’euro nei confronti del dollaro. Anche il turismo potrebbe ricevere un buon impulso dalla debolezza della moneta unica, con i turisti provenienti dagli USA, ma anche da Cina, Giappone, Russia, Nord Europa, che troverebbero vantaggioso venire nel nostro paese. È brutto da dire, ma anche la violenza che sta insanguinando la sponda sud del Mediterraneo, da questo punto di vista, è un vantaggio per il nostro turismo.
Non è un mistero che negli ultimi anni sempre più turisti stiano visitando il nostro paese, specialmente le sue regioni meno note. Merito di una maggiore consapevolezza e di un diverso modo di viaggiare, più attento all’autenticità, alla scoperta, alle esperienze eno-gastronomiche e alla natura. Regioni come l’Abruzzo, bellissime, poco urbanizzate e poco note ai grandi flussi turistici, accolgono sempre più visitatori, attratti dall’idea di scoprire luoghi poco conosciuti e vivere esperienze non massificate. A trarre i maggiori vantaggi di una debolezza dell’euro, tra le regioni turistiche potrebbero persino essere queste nuove mete: l’Abruzzo, ma anche la Basilicata (con in testa Matera), la Puglia e la Sicilia.
Per quanto riguarda i mercati e la questione del debito greco, invece, la situazione rimane assai difficile da prevedere. Anche perché sullo scacchiere internazionale si sta affacciando un altro focolaio di instabilità, ovvero la crisi del debito cinese.