Avezzano. Nascono tensioni sul caso Powercrop. Dopo la riunione dei sindaci in municipio Marco Iacutone, rsu di stabilimento, interviene per chiarire la sua posizione. “Innanzitutto, visto il grande dibattito degli ultimi tempi, ognuno sa che la mia posizione è quella di rappresentante Rsu e dipendente Eridania Sadam”, ha commentato Iacutone, “pertanto, è assolutamente fuori luogo e decontestualizzato ogni riferimento al mio ruolo di Vicesindaco di Ovindoli e al mio “attivismo politico e demagogico” (per citare frasi attribuite all’assessore Verdecchia del Comune di Avezzano). Le questioni politiche vanno affrontate in sede istituzionale e per altre problematiche e non è questa la sede per giudicare mia attività politica (anche perché i miei interlocutori sui giornali hanno tutt’altro che il ruolo di giudici). La Demagogia, secondo il dizionario, è comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l’odio. Guarda caso ciò è esattamente quello, che in questi anni (ed in particolare in questi ultimi mesi), sta facendo qualche politico locale. Senza timore di smentita poi, posso sostenere che chi ha condotto l’incontro dei sindaci di venerdì, ci ha regalato una sorta di “Lectio magistralis” di applicazione del concetto di demagogia ad un progetto consolidato da molti anni ed inserito in un “piano strategico nazionale”. E’ demagogico, ad esempio, sollevare questioni ambientali senza riferire nè argomentare sul dato inconfutabile dell’approvazione del VIA per il progetto (strategico nazionale) Powercrop, perché la lotta contro l’inquinamento la si combatte osteggiando i progetti imprenditoriali poco seri (anche di dimensioni piccole) che spesso nascondono o mimetizzano le attività (vedi i casi di capannoni pieni di rifiuti) piuttosto che ostacolando l’intervento di investitori seri (quali Powercrop) che nel rispetto della legge ottengono le autorizzazioni da parte degli organi competenti. Per chiarezza, giammai si dovrebbe “tirare per la giacchetta” le istituzioni, quali quelle deputate al controllo della compatibilità ambientale, ed osteggiarle ovvero osannarle a seconda del proprio interesse. Dal mio punto di vista, invece, la questione è molto semplice. Porto avanti una causa che riguarda una categoria non troppo numerosa di persone, quella degli ex dipendenti Sadam ed il loro diritto al lavoro e alla dignità, basandomi semplicemente su progetti approvati e dati oggettivi e non pressappochistici e o disfattisti; il tutto con la convinzione personale (e fondata) che il progetto sia ottimo ed utile anche per la collettività (indotti e posti di lavoro) e che non vi sia pericolo alcuno alla salute nel luogo di lavoro dove questi dipendenti andranno a lavorare (con la speranza che siano questi i dipendenti a lavorare nel progetto Powercrop e non altre persone che “domani” saranno scelte dalla politica che oggi “appare” contro). Nel perseguire queste convinzioni vado palesemente contro il pensiero di parte delle masse, con dichiarazioni che sono strumentalizzate per farle risultare non popolari. Tornando alla movimento politico dei NO-Powercrop, ascoltando le opinioni ed i pareri della gente comune, emerge una grande confusione. Il lettore o il semplice cittadino, poco coinvolto, non riesce ancora ad avere una panoramica chiara della vicenda Powercrop. In questa situazione si trovano anche moti sindaci. Questo perché le opinioni, spesso contrastanti fra loro, si rincorrono sui mezzi di comunicazione, in questo caso, in maniera strumentale. L’invito all’apertura al dibattito fra più soggetti era ed è finalizzata proprio a questo: evitare che di una questione così importante come la Powercrop si discuta come in un “bar”. Come affermato da Gianluca Alfonsi, (e da molte altre persone, lontano da condizionamenti delle masse presenti nelle riunioni) solo ascoltando tutte le parti in causa si arriverebbe ad un confronto serio e costruttivo, finalizzato all’acquisizione di quante più informazioni possibili e utili a formare la consapevolezza necessaria ad assumere decisioni così importanti per il territorio. Ciò è esattamente il contrario di quello che è successo nella riunione di “alcuni” sindaci della Marsica tenutasi venerdì sera ad Avezzano, in cui hanno avuto la parola solo coloro che erano contrari alla Powercrop; se qualche sindaco ha provato con dignità a chiedere di avviare una discussione seria, ed aperta, anche alla presenza della Powercrop, lo stesso è stato subito attaccato ed accusato dai figuranti del dissenso, senza che il dibattito fosse stato “moderato” nel senso di favorire almeno un tavolo di discussione. Personalmente ho provato ad alzare la mano, ma sono stato ignorato dai moderatori; forse è stato meglio così, considerando che la parvenza di “dibattito”, come denunciato prima di ieri, era stata appositamente “confezionata” intorno ad un clima di ostilità. Bene ha fatto comunque il Sindaco Di Pangrazio ad evitare che la gente rimanesse fuori, perché grazie a lui abbiamo potuto essere presenti anche noi e confermare le nostre tesi sul fatto che si è preteso di ottenere dai sindaci, una forzata dichiarazione di contrarietà, senza che questi potessero seriamente e liberamente confrontarsi anche con l’Powercrop, i sindacati ed i lavoratori favorevoli all’insediamento. In sintesi, una farsa con un copione già scritto”.