Avezzano. Sono accusati di avere sottratto al Fisco quasi 21 milioni di euro per quella che secondo la Finanza è stata la più grande frode consumata nella Marsica e forse in Abruzzo. Ieri la richiesta del pm di rinvio a giudizio nei confronti di sette persone è stata accolta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Avezzano, Maria Proia. Davanti al giudice finiranno l’imprenditore Carmine John Lastella, 50 anni, di Celano, Nino Taccone (46), residente a Trasacco, Roberto Cotturone (54), di Celano, Luciana Mascitti (53), di Celano, Stefano Tiburzi (47), di Avezzano, Eusebio Di Cesare (67), di Avezzano, Simplicio Cornelio (60), di Celano, oltre alle persone accusate per un altro procedimento riunito. Sono state infatti nove le società toccate dall’indagine della Finanza e gli indagati iniziali erano 11 ma per quattro di loro è stata chiesta l’archiviazione. Gli accertamenti sono scattati nel 2009. Quando il comando della Guardia di finanza di Roma ha segnalato operazioni sospette in una banca dell’Aquila. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle del comando provinciale dell’Aquila il sistema di frode era complesso e articolato. Sistema che contemplava l’utilizzo di società di comodo, create ad hoc e intestate a diversi prestanomi i quali, attraverso l’emissione di una enorme mole di fatture per operazioni inesistenti, garantiva illeciti benefìci fiscali. Un sistema di frode basato principalmente nell’interporre, nelle transazioni economiche e commerciali, soggetti economici inesistenti o scatole vuote, sulle quali ricadevano tutti gli obblighi tributari che, puntualmente, non venivano assolti. In base a quanto accertato dai finanzieri, l’evasione delle imposte dirette è stata di 16.583.915 euro, cui vanno a sommarsi le violazioni all’Iva per 4 milioni 298mila euro. Nel corso di due anni sarebbero state emesse fatture false per 7.274.000 euro. L’anno scorso la Procura fece sequestrare anche quote societarie e otto terreni. “Il tribunale”, afferma l’avvocato Antonio, Milo, difensore dell’imprenditore Lastella, “aveva annullato il sequestro, provvedimento confermato anche dalla cassazione. La commissione tributaria dell’Aquila, inoltre”, continua il legale, “sia in primo che in secondo grado ha escluso che il mio assistito fosse amministratore di fatto, affermando la sua estraneità ai fatti”.