Avezzano. Se il Cam non regola le paratie arrivano nella condotta troppi scarichi causando la fuoriuscita dei reflui lungo la lineadi adduzione al nuovo depuratore, e ciò non è imputabile all’Azienda regionale delle attività produttive (Arap). Si difende così l’Arap dopo l’allagamento di alcuni campi nella zona di Strada 2 con liquami. “dopo le segnalazioni di alcuni privati”, sottolinea il presidente dall’Arap Tiziano Petrucci, “ci siamo subito attivati per fermare la fuoriuscita. Perdite dovute, secondo la relazione della direzione dei lavori, al fatto che nel collettore fognario che collega i reflui civili della città all’impianto di depurazione, viene convogliata una portata notevolmente superiore a quella stabilita nell’autorizzazione unica ambientale rilasciata il 15 maggio 2014 poiché la paratoia di derivazione verso tale collettore è completamente aperta”. Dall’Arap sostengono che, secondo quanto riportato dall’autorizzazione, “all’impianto non possono essere scaricate da parte del gestore della rete fognaria comunale più di 9.600 metri cubi giornalieri corrispondenti a 40mila abitanti equivalenti. Secondo l’autorizzazione, infatti, non sono consentite portate superiori a 400 metri cubi a ora. C’è infatti al vecchio depuratore Pozzillo una paratoia a ghigliottina. In sostanza per l’Agenzia regionale la paratoia elettrica va regolata e abbassata in modo tale da non far tracimare i liquami nei campi dalla condotta. Insomma, l’impianto causa uno strozzamento del percorso e per impedire che i campi vengano invasi da acqua di fogna bisogna far arrivare una portata inferiore. Ci si domanda, però, dove dovrebbe sostare, nel frattempo, la quantità di reflui in più. “Più volte abbiamo sollecitato al Cam, gestore della rete fognaria di Avezzano, la regolazione delle paratoie”, affermano dall’Arap, “ma non è mai avvenuto”. Il Cam viene anche accusato di non aver voluto riconsegnare le apparecchiature per manovrare le paratoie alla ditta appaltatrice responsabile dei lavori fino all’emissione del certificato di collaudo.