Da lontano si udiva lo scroscio frastornante della fontana in Piazza Risorgimento, l’odore pungente delle foglie bagnate dalla brina, stuzzicava i nasi della gente, tictic… tictic… continuava l’eterno lamento del cielo. In una villetta lussuosa, viveva una giovane donna, Maria, ma non era sola, con lei viveva suo marito Giuseppe. Era una coppia perfetta, serena e tranquilla, ma da qualche mese erano particolarmente dolci e coccolosi, il motivo?! Bè, è logico tra non molto sarebbero diventati genitori! Entrambi lavoratori, Maria era un’ostetrica e Giuseppe un ingegnere aerospaziale. La domenica precedente li avevano avvisati dell’arrivo di una lettera, din don…il postino! Si precipitarono alla porta, Maria si chinò a prendere la busta, col dito ruppe l’angolo della busta e fece scorrere il dito fino all’altra estremità, estrasse la lettera, subito il suo sguardo si posò su una frase in particolare che recitava “…Cara signora Maria Seddei, le comunichiamo che è all’ottavo mese di gravidanza e la informiamo anche del fatto che è un maschietto. “Le lacrime che scendevano dai loro occhi, solcavano le loro guance, ma una domanda sorgeva spontanea: come lo avrebbero chiamato? “Gesù! Lo chiamerò Gesù!”. Annunciò Maria: “Si dice che il nome Gesù porti fortuna: “Era ormai passata una settimana dall’arrivo della lettera, il bambino iniziava ad agitarsi, le contrazioni erano più frequenti e la tensione era alle stelle. Le goccioline di sudore si asciugavano sulla fronte irritando e seccando la pelle. Giorno dopo giorno il dolore era sempre più intenso, ormai mancavano due giorni al grande evento, Mentre Giuseppe accendeva il televisore, Maria urlò: “Giuseppe! Giuseppe! Giuseppe! Portami all’ospedale! Giuseppe!: “Subito si precipitò in macchina con Maria sulle spalle, si avviarono verso l’ospedale del Fucino ma….la benzina era finita, fortunatamente trovarono una stalla e vi si accamparono, era piccola, fredda, a riscaldare col fiato ci pensavano un bue e un asino. Appena il bimbo nacque, in cielo apparve una donna, una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, che annuncia: “E’ nato il Messia, il Salvatore dell’Umanità, il nostro Dio! “Al veder dell’accaduto, la gente che passava di lì si fermò :senza tetto, bimbi, famiglie sfrattate, drogati e giocatori d’azzardo. Per primo si presentò un contadino con un pezzo di pane in mano: “Questo è quel che ho mio Signore, non ho altro, ti prego dammi un lavoro”. Poi fu il turno di un drogato, un giocatore d’azzardo e un senza tetto, mentre una lama di luce feriva il volto del neonato in fasce. Fu così che nacque il Salvatore del Mondo.
Maria Napolitano, classe V B, scuola Vivenza Giovanni XXIII