In una notte, non tanto fredda, a Caruscino, in una piccola casa nacque un bimbo di nome Gesù. Per i suoi genitori quanto avvenne fu inaspettato. Quella notte sua madre Maria sentendosi poco bene chiamò sua cugina Elisabetta per chiederle aiuto; Elisabetta, infatti, aveva avuto un figlio da poco, Giovanni.
Il marito di Maria, Giuseppe, vedendo sua moglie che soffriva capì che Gesù doveva nascere al più presto così preparò il necessario per il parto che diede a Elisabetta. Nell’attesa di qualche notizia Giuseppe si mise a lavorare al suo progetto: una culla per il figlio costruita interamente con legno pregiato; fuori era tutta decorata e dentro, sopra il piccolo cuscino, c’era una croce di colore oro brillante e la copertina di lana che Maria cucì durante la gravidanza.
Giuseppe, infatti, faceva il falegname. Da qualche anno aveva aperto, dopo tanti sacrifici, il suo laboratorio artigianale dove lavorava esclusivamente legno di abete di cui ero ricco il suo terreno a Collarmele. Prima di fare il falegname Giuseppe lavorava in una fabbrica, la Cartiera, situata nella zona industriale di Avezzano. A causa della crisi economica la fabbrica, come molte altre, dovette chiudere lasciando senza lavoro tante persone, tra cui Giuseppe. Fortunatamente la moglie di Giuseppe, più giovane di lui, lo teneva sempre su di morale e lo aiutò a trovare un’idea per un nuovo lavoro. Giuseppe era amante della natura e soprattutto degli alberi, per questo motivo il lavoro alla Cartiera era per lui gratificante anche se stancante. Giuseppe, così, decise di seguire la sua passione per il legno trasformandola in un nuovo lavoro.
Passano gli anni e Gesù trascorre sempre più tempo con Giovanni, il quale lo convince ad andare alla sua stessa scuola: l’istituto Sacro Cuore. Le maestre notano sin da subito l’amore di Gesù per la religione cattolica. Per questo motivo Maria incoraggia il figlio ad intraprendere gli studi religiosi nonostante le difficoltà economiche che la famiglia sta vivendo da quando Giuseppe perse il lavoro. Gesù, consapevole della situazione economica della propria famiglia, ogni giorno, dopo la scuola, aiutava suo padre a raccogliere la legna nel bosco nei pressi di Ceturo, la sorgente d’acqua di Collarmele, così da non dover chiamare e pagare un dipendente.
Nel frattempo le insegnanti del Sacro Cuore e Maria decisero di far incontrare il Vescovo a Gesù nella Cattedrale per parlare con lui e i vari studiosi della Bibbia sulle intenzioni del giovane allievo circa le sue aspirazioni future. Questo incontro fu molto particolare: gli studiosi della Bibbia per la prima volta rimasero senza parole poiché non sapevano come rispondere alle domande che Gesù poneva loro. Ecco cosa Gesù chiese riflettendo sulla quotidianità del suo territorio, la Marsica:
“Perché le persone povere aumentano e gli aiuti diminuiscono?
Perché sempre più genitori litigano senza fare pace dopo rendendo tristi i loro figli?
Come si fa a far chiudere il Tribunale di Avezzano che è simbolo di giustizia, luogo di lavoro per tante famiglie e risorsa per la Marsica?
Perché le aziende licenziano gli operai e poi chiudono? Cosa dovrebbero fare le persone che perdono lavoro e cosa dovrebbero dire alle loro famiglie? Chi li consolerà? Chi fa in modo che nessuno si suicidi?
Come mai c’è una manovalanza straniera nei campi di Fucino?”
Gesù, vedendo gli studiosi senza parole, si alzò facendo loro un’ultima domanda: “Ma sono solo io che mi faccio tutte queste domande? Eppure voi che siete più grandi e colti avreste dovuto far qualcosa per risolvere queste situazioni! Bene, ci penserò io attraverso quello che sarà il mio lavoro: diventerò sindaco di Avezzano e cambierò questa realtà avezzanese facendo quello che nessuno più fa al giorno d’oggi: manterrò questa promessa. Ciò che più manca in questa società, infatti, è la fiducia verso il prossimo perché nessuno più mantiene le promesse; ognuno pensa solo a se stesso e mai agli altri.
Quell’incontro fu proprio fondamentale per la crescita di Gesù perché finalmente capì cosa voleva fare e a chi dedicarsi: l’aiutante dei Marsicani nella figura di sindaco. Da quel giorno in poi lui venne chiamato: Gesù il marsicano.
Classe IV A, scuola Sacro Cuore di Avezzano