Avezzano. Il gruppo consigliare del Pd di Avezzano interviene sull’emergenza sanità nella Marsica. Secondo il capogruppo, Giuseppe Di Pangrazio: “Se è vero che tutti i cittadini sono eguali nel diritto alle cure e se è compito delle Regioni fare in modo che le risorse disponibili per il finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza siano utilizzate in condizioni di efficienza, di appropriatezza e trasparenza, si esprime sconcerto rispetto agli ultimi provvedimenti assunti dal Commissario ad Acta della Regione Abruzzo sulla razionalizzazione della rete di assistenza ospedaliera. Dobbiamo considerare che la Provincia de L’Aquila”, ha continuato Di Pangrazio a nome del gruppo del Partito democratico, “rappresenta un territorio di 309.264 residenti circa con una dispersione di 108 comuni che vanno da un minimo di 95 abitanti (Carapelle Calvisio) ad un massimo di 72.926 (L’Aquila). Questo territorio è stato inoltre colpito profondamente dal terremoto del 2009 e sopporta, soprattutto in certe zone, una crisi economica drammatica. Gli ultimi provvedimenti organizzativi penalizzano una Provincia difficile da gestire e governare; in particolare il territorio della Marsica raccoglie un vasto bacino con 131.915 residenti in cui insiste un solo ospedale. Nel rispetto delle esigenze del piano di rientro, è certamente necessaria una riorganizzazione del sistema sanitario e una nuova modulazione dell’offerta dei servizi, ma è sempre da tenere presente che i cittadini hanno diritto a servizi che funzionano e che coprono i bisogni reali di salute. Se è quindi necessario eliminare gli sprechi e i doppioni, non si può penalizzare una serie di strutture ospedaliere che nel tempo hanno creato rapporti nel territorio ed hanno sopperito a deficienze organizzative con la professionalità degli operatori. Nel Presidio Ospedaliero di Avezzano verranno a mancare i centri direzionali e gestionali della Direzione Sanitaria, del Centro Trasfusionale, dell’Anatomia Patologica, del Servizio di Endoscopia Digestiva, del Servizio di Diabetologia, della Dialisi, della Geriatria ed è stato già soppresso il reparto di Neurochirurgia. Le Direzioni di queste Unità Operative saranno concentrate nell’Ospedale de L’Aquila come semplice diktat di accentrare nell’Ospedale del capoluogo provinciale i primariati. Non c’è in questa decisione una valutazione di cosa è oggi l’Ospedale de L’Aquila, né c’è la valutazione della numerosità dei cittadini residenti nell’area della Marsica e dei tempi di percorrenza, rispetto all’area aquilana. Eppoi, in condizioni di ristrettezze finanziarie, anche con il problema degli operatori precari, chi garantisce l’efficienza dei servizi e dei reparti e ambulatori che restano all’Ospedale di Avezzano, in grado di offrire l’accesso a casi più complessi e adeguato trattamento per fare diagnosi in tempi brevi o cure necessarie o interventi atti alla guarigione? Chiediamo anche di considerare lo stato della medicina del territorio, che non è sviluppata come dovrebbe per evitare i ricoveri impropri e per offrire le prestazioni complete a livello di distretto. Altro punto dolente è la riduzione drastica del numero dei Distretti indicati nel Piano Sanitario Regionale da 6 a 2: quale è lo spirito di questa scelta, se il Distretto è di 60.000 abitanti come limite di base? Appare una scelta molto azzardata pretendere di dare efficienza ai servizi distrettuali passando da un attuale organizzazione di 3 aree distrettuali nella marsica a 2 sole aree distrettuali per tutta la provincia! Non è certo questa la strada per potenziare il territorio. Le considerazioni sono basate da forte preoccupazione, per cui si chiede la ridiscussione del piano organizzativo con la trasparenza delle decisioni che devono portare ad un sistema sanitario del territorio veramente efficiente e che garantisca efficacia di cura, trattamento e anche prevenzione delle malattie. No alla difesa dei campanili-Si alla richiesta di tutela e promozione della salute, con la garanzia della partecipazione dei cittadini e delle forze sociali alle scelte strategiche sul territorio per un sistema sanitario pienamente funzionante e integrato tra ospedale-territorio, con la qualità delle reti assistenziali”.