Massa d’Albe. Dopo lo scandalo della discarica Bussi la Regione Abruzzo riprova a contaminare il proprio territorio. Lo fa ad Alba Fucens, sito archeologico del 304 a.C., situato alle propaggini del Parco Velino Sirente, che verrà a breve consegnata a un impianto di compostaggio da 50.000 tonnellate e con tutta probabilità ospiterà i rifiuti delle regioni limitrofe. Non bastava lo scandalo delle acque contaminate e il tentativo di far finire Villa Adriana, patrimonio dell’Unesco, nella discarica di Corcolle. “L’istallazione di un impianto di compostaggio vicino a un sito archeologico – dichiarano dal Comitato difesa del territorio equo – è inopportuno e dannoso per la salute del territorio e dei suoi abitanti, oltre che del patrimonio artistico. Non solo: troppo vicino all’impianto c’è una scuola e il Parco naturale regionale del Sirente Velino. A breve distanza temporale gli amministratori di due regioni della nostra Bell’Italia, Lazio e Abruzzo, danno sfoggio delle loro capacità gestionali di tutela e incremento del nostro invidiabile patrimonio storico e artistico. Siamo quindi costretti ad assistere al connubio di amministratori e imprenditori pronti a preferire il business dei rifiuti invece di valorizzare il patrimonio archeologico e paesaggistico che hanno a disposizione”. “Invece di sfruttare le potenzialità di Alba Fucens – spiegano dal Comitato – con le sue suggestive mura poligonali, l’ampio anfiteatro dalla perfetta acustica e la singolare chiesa di san Pietro con gli interni di fattura cosmatesca, gli amministratori locali hanno deciso di preferire un affare di facile e certa realizzazione”. Alba Fucens è venuta alla luce nel ’49, grazie all’impegno di una missione di archeologi belgi e può considerarsi uno dei luoghi di maggiore interesse culturale non solo per l’Abruzzo, ma per tutto il territorio italiano. “A partire dagli anni ’60 le cave estrattive – concludono dal Comitato – hanno invece deturpato il territorio circostante e ora che finalmente ci si aspettava una bonifica ambientale e una possibile integrazione italiana dell’attività archeologica belga, si sceglie invece la via del facile guadagno.