Cappadocia. Il primo cittadino di Cappadocia, Lucilla Lilli, ha scritto al presidente Matteo Renzia per spiegargli le difficoltà dei piccoli comuni a tirare avanti. “Accolgo volentieri l’invito da Lei rivolto ai Sindaci d’Italia di indicare attraverso una lettera una proposta di intervento significativo che sarebbe utile a risolvere un problema contingente del territorio, al fine di individuare proposte di miglioramento del nostro bel Paese considerevoli di attenzione. Fatta una rapida seppur sommaria analisi mi sono resa conto che le cose da chiederle sarebbero molte, ma siccome Lei non è Babbo Natale e i cittadini non credono più alle favole né tantomeno alle chiacchiere sono giunta alla riflessione che la mia richiesta può essere riassunta in una semplice espressione: Mi lasci fare il sindaco “col portafoglio”. Mi spiego meglio. Come ogni Sindaco coscienzioso e onesto mi impegno per gestire con oculatezza le finanze comunali, eliminando gli sprechi, riducendo fin quanto possibile le spese correnti, cercando di realizzare lo sviluppo del territorio attingendo a fondi pubblici (sempre più esigui) o investendo risorse proprie dell’ente. Tutto ciò viene reso difficile se non addirittura impossibile da parte di un Governo che, anziché sostenere e incoraggiare l’operato di Amministrazioni volenterose e attente, impone ai Sindaci il ruolo di esattori e utilizza le Tesorerie comunali come veri e propri bancomat! Per farle comprendere l’argomento La invito, signor Primo Ministro, a seguire alcuni semplici calcoli matematici. Nel 2014 i contribuenti di Cappadocia dovranno versare al Comune la somma complessiva di € 1.465.000 per l’IMU, ma il comune non potrà disporre di questa entrata perché sarà trattenuta dallo Stato una quota pari al 38,76% dell’assestato dell’anno precedente, stimata dal MEF in ben 490.915 euro, oltre ad un ulteriore versamento obbligatorio di € 307.224 per alimentare il Fondo di Solidarietà Comunale 2014! Sommando le cifre si intende come a causa di questo diabolico sistema ben quasi 800.000 euro versati dai contribuenti di Cappadocia non potranno essere utilizzati dall’Amministrazione Comunale ma andranno a confluire nelle voraginose casse dello Stato! Perché i cittadini di un Comune devono pagare imposte che non potranno generare miglioramento della qualità della vita in quel Comune? Perché il Governo non interviene ma continua ad ostacolare le possibilità di crescita di un territorio impedendo la realizzazione di progetti di sviluppo che Amministrazioni “virtuose” saprebbero portare a compimento?
Continuare su questa strada pone due ordini di problemi:
– genera nei cittadini sfiducia verso chi li governa e aumenta in essi la sensazione di essere trattati unicamente come soggetti contributivi
– toglie ai Sindaci gli strumenti per contribuire alla battaglia del progresso, alla crescita dell’occupazione, alla creazione di servizi utili a beneficio di molti. Ci toglie la possibilità di trasformare la capacità contributiva dei cittadini in opere concrete realizzate sul territorio e quindi di stimolare nel cittadino la consapevolezza che, pagando le tasse ognuno, oltre ad ottemperare ad un obbligo di legge, contribuisce in modo reale al benessere della collettività. Si svilisce l’impegno civile e morale di chi amministra, limitandolo a svolgere l’ordinaria gestione senza alcuna possibilità di programmare investimenti. Io credo sia doveroso che anche altri Sindaci (al di là di ogni appartenenza politica) che si trovano come me così pesantemente colpiti da questo sistema, portino alla Sua attenzione il grave malessere in cui sono costretti ad operare quotidianamente, per colpa di uno Stato che scarica tutto il peso dell’inefficienza della struttura centrale sulle amministrazioni locali, che ci consente anzi ci costringe a rinviare l’adozione del Bilancio di Previsione oltre il semestre, facendoci navigare nell’incertezza! Ogni giorno il MEF emana atti e circolari e nei piccoli comuni in affanno si amministra “in dodicesimi”. Basta parlare di spending review! E’ necessario agire! Ci vorrà un segnale forte, signor Presidente del Consiglio, molto forte, per ristabilire un rapporto di equità con i cittadini. Ci vorrà un grande sforzo per mettere noi Sindaci in condizione di lavorare alacremente ma serenamente. Come può un Sindaco nelle condizioni descritte far quadrare il bilancio comunale? Quando le spese sono già state ridotte si riducono anche i servizi o si aumentano le tasse. Io voglio esprimere con forza la mia insofferenza, voglio ribellarmi alla voracità di questo Stato e chiederLe una riforma del sistema, che lasci nelle casse comunali tutte le imposte e le tasse che i cittadini pagano per essere ricambiati in termini di miglioramento di infrastrutture e servizi! Le chiedo con forza un radicale cambio di rotta! Faccio appello alla Sua esperienza di Sindaco ed al Suo profondo intento innovatore. La esorto ad intervenire al più presto!”.