Avezzano. In una lente di occhiali da vista potrebbe essere la soluzione del giallo di Tufo. Nel corso dell’autopsia è stato infatti trovato un vetro graduato che apparterrebbe alla vittima. Secondo quanto emerso dall’analisi dei resti carbonizzati, la vittima aveva più di 50 anni. Gli esami, eseguiti dal medico legale della Procura di Avezzano, Paolo Agnifili, avrebbero fornito infatti elementi utili per risalire all’identità del corpo trovato all’interno di una Peugeot 306 tra le frazioni di Pietrasecca e Tufo nel comune di Carsoli. La certezza sull’identità arriverà dall’esame del Dna, ma intanto l’esame disposto dal procuratore Maurizio Maria Cerrato potrebbe permettere di avanzare diverse ipotesi investigative. E’ stata fatta una stima sull’altezza del corpo della vittima, sulla dentatura e sulla presenza di protesi. Ma da quanto emerso, non tutti gli indizi porterebbero all’ipotesi che il corpo possa appartenere al proprietario dell’auto, Giovannino Lonardo, 78 anni, di Marino, una persona solitaria che da due anni viveva comunque lontana da casa e che per lunghi periodi faceva perdere le sue tracce. Si cercano infatti altri elementi utili per smentire o confermare le circostanze che farebbero pensare a lui come alla vittima. Dalle prime testimonianze raccolte, emerge che l’ultima volta che l’anziano è stato avvistato risale a un mese fa, in occasione di un funerale di un parente, sempre a Marino. Poi più nulla. Inoltre, anche l’ipotesi del suicidio non sarebbe certa e potrebbe trattarsi di una simulazione. Gli sportelli potrebbero essere stati chiusi con il fildiferro dall’esterno (vedi foto). L’auto incendiata e poi esplose avrebbe lasciato pochissime tracce.