Avezzano. Nunzia e Lucia continuano la loro avventura lungo il corridoio verde adriatico. Ieri sera hanno fatto la loro tappa nella città di Santarcangelo di Romagna e ci hanno inviato il loro racconto. “Primo giorno, primi 105 chilometri, quasi esclusivamente sulla via Emilia. Certo ci sono tragitti più tranquilli e panoramici, ma in fondo per noi che siamo ciclisti urbani di Bologna, la convivenza con le automobili non è uno shock inaffrontabile. Ma indubbiamente abbiamo apprezzato quei pochi tratti di pista ciclabile, e abbiamo incoraggiato Thomas Casadei, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna con cui abbiamo preso un gelato a Forlimpopoli, a farsi carico della questione di una Via ciclabile Emilia e del progetto Ve-Le. Quale paradosso che nella Romagna, patria di grandi campioni del ciclismo, l’infrastruttura per la mobilità ciclistica sia così carente e frammentaria. Cos’è dunque un viaggio in bicicletta? Prima di tutto sicuramente un’opportunità. Un’opportunità per chi lo compie, di conoscere più in profondità se stessi, le proprie risorse e debolezze; di condividere la fatica e la gioia del cammino. Di apprezzare il territorio nella sua varietà e nelle sfumature che non potresti mai cogliere da dentro un treno o un’automobile. Di improvvisare il viaggio e modificarne gli elementi in corso d’opera. Brunella e Vittorio ci hanno sorpresi alla partenza e insieme a Davide ci hanno aiutato a risolvere i nostri i primi inghippi tecnici e a percorre i primi km. Alessandro si è alzato da letto stamattina e sentendo che non eravamo ancora partiti ha inforcato la bici e si è unito a noi. Anche Luca, che pur essendo un ciclista provetto non aveva mai percorso la via Emilia, partendo un’ora e mezza dopo ci ha raggiunti poco dopo Imola. Nunzia ha scoperto che praticamente tutti i centri abitati della via Emilia hanno su di essa il loro centro, che si attraversa fatalmente andando semplicemente sempre dritto. Abbiamo goduto degli alberi in fiore, della vista dei tanti corsi d’acqua, abbiamo annusato l’odore de lu mieru, come ci hanno insegnato a chiamarlo i nostri amici salentini nel loro dotto dialetto, il vino novello che si sprigionava da un’enoteca lungo la via. Aprirsi la strada a colpi di pedale ti fa gustare il cibo, il riposo, l’acqua, gli incontri. Un grazie speciale a Davie e Luca, i nostri angeli custodi, che ci hanno scortato fino a Sant’Arcangelo di Romagna affidandoci nelle mani dell’amorevole Martina e della sua accogliente famiglia. A domani allora con la via per Senigallia. Ci aspetta forse un po’ di vento, ma ci aspetta anche la vista del mare Adriatico, che ci accompagnerà fino in fondo alla penisola”.