Avezzano. La morte del figlio, il dolore della madre nei riti del venerdí santo in tutta la Marsica. A partire dal tramonto lungo le strade di città e paesi di tutto il nostro territorio, la pietà popolare, la devozione cristiana, la secolare tradizione, si fondono con luci, suoni, costumi, profumi, in un unico ideale abbraccio per consolare il dolore della Madonna nel giorno della morte di suo figlio Gesù. Si compie il digiuno in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che il Cristo Salvatore è venuto ad espiare nella Passione, a cui si aggiunge il significato mistico di attesa dello Sposo della Chiesa, Gesù Cristo, il quale viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini. I cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l’evento del suo ritorno e della liberazione dalla morte nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua. Partecipazione di fedeli numerosa in tutti i principali centri. Ad Avezzano il corteo si è mosso dalla chiesa di San Giovanni ed ha visto la presenza di decine di associazioni cittadine. Fra le più nobili e antiche c’è la processione di Tagliacozzo con il commovente corteo che raggiunge le principali chiese della città alla presenza di una schiera di incappucciati. La lunga processione per le vie del centro storico, reso suggestivo dalla tenue luce delle padelle romane, è partita come da tradizione all’imbrunire dalla chiesa della Misericordia, nella centralissima piazza Obelisco. Il cerimoniale, di antica tradizione, rappresenta il lutto per la morte di Cristo, con numerosi figuranti dai volti e corpi coperti dal cappuccio e dalla tunica neri, allegoriche figure di torturatori che infliggono pene a Gesù lungo il cammino sul Calvario. Molto suggestive sono state le processioni di Scurcola Marsicana, che si è tenuta come di consueto nella tarda mattinata, dove figurano anche incappucciati dalle bianche tonache, e quella di Celano, nel primo pomeriggio, dove hanno sfilato le storiche confraternite della città. Gianluca Rubeo