Civitella. “Sono stato provocato da uno dei due carabinieri che mi ha colpito con un pugno mentre andavamo con la gazzella in caserma”. Si difende così Giampiero Villa, 23 anni, il giovane di Civitella Roveto accusato di aver ferito due carabinieri dopo l’arresto, colpendone uno al collo con un coltello e l’altro in diverse parti del corpo. Il difensore dell’arrestato, l’avvocato Roberto Verdecchia, ha incontrato il giovane trasferito al carcere di Avezzano che ha raccontato di “essere stato provocato da uno dei due carabinieri”. Sarà sicuramente questa la tesi difensiva nel corso dell’interrogatorio previsto per domani mattina davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano. Il giovane ha sostenuto di essere stato fermato e caricato nella macchina dei carabinieri, nei sedili posteriori. Subito dopo la presunta lite con uno dei due che, sempre secondo la tesi difensiva, lo avrebbe colpito con un pugno al volto. Il giovane si è fatto refertare all’arrivo nel carcere San Nicola di Avezzano.
Dopo la presunta discussione avrebbe tirato fuori l’arma che ha ferito uno dei due carabinieri. A quel punto avrebbe sfondato il vetro del finestrino destro gettandosi dall’auto e fuggendo. “Ho sentito che mi sparavano sei colpi”, ha sostenuto il giovane. Ma saranno gli accertamenti tecnici a verificare le dichiarazioni dell’arrestato che per il momento non hanno riscontri oggettivi e che non ne avranno fino a quando il fascicolo non sarà stato depositato. Sono molti i punti da chiarire della vicenda, come quello riguardante l’arma.
Come poteva l’arrestato avere ancora un coltello addosso dopo essere salito in auto e dopo essere stato perquisito? Anche questo punto dovrà essere chiarito.
Il giovane, dopo essere fuggito, si è asserragliato in un pagliaio di sua proprietà dove ha raccontato di aver letto e pregato tutta la notte per quello che era accaduto. Per il giovane l’accusa è di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, furto, danneggiamento, porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Guido Cocco.